Come volevi essere a 50 anni?

Oggi compio 50 anni e visto che sto scrivendo davanti alla finestra di casa, i festeggiamenti programmati tempo fa evidentemente non sono andati come speravo.

Il mio sogno era di passare questo compleanno con i piedi sulla tavola da surf a Jericocoara e non sotto la tavola apparecchiata come faccio da sempre.

Ma siccome il 2020 ha riscritto il nostro tempo, presente e futuro, stare qui a raccontarlo non è cosa da poco e il Brasile può aspettare momenti migliori.

Dalle pagine di Storiecorrenti non riesco a parlare di me, non mi piace togliere spazio alle storie degli altri e preferisco esserne cronista e non il soggetto in scena.

Ma la tappa cronologica è di rilievo e per noi nati nel 1970, questo 2020 si è preso il meglio che potevamo vivere anche solo per spengere le candeline con gli amici.

Le cose che vorrei fare sono tante ma una in particolare mi stimola più di altre ed è scrivere una lettera a me nel 1995.

In un triplo salto cronologico con un pony express a bordo di uno scooter del tempo, spedirlo all’indirizzo di allora e consegnare la lettera al Marco 25 enne.

Cosa gli avresti scritto senza cambiare l’ordine degli eventi per gli anni a seguire?

Senza spostare l’orizzonte davanti a quel mare di cose che sarebbero accadute nella storia del mondo?

Quello studente universitario così felice di crescere nel periodo formativo più bello, con dei professori che gli stavano facendo vedere le ragioni e i torti di un mondo economico spesso distorto e scoordinato tra le forze che lo tenevano in piedi.

Teorie che avrebbero fatto fatica a contenere il marcio di uomini d’affari pronti a tutto pur di accumulare ricchezze smisurate, e capaci di rubarci il futuro e la serenità.

La sola cosa che mi verrebbe da dirgli è di non aver paura del domani, o di temerlo per il solo fatto di rispettarlo e leggerne le possibilità che gli stava offrendo.

Perché ogni volta che il Marco di allora ha provato a cambiarlo, forzandone la direzione, si è ritrovato, suo malgrado, sul sentiero che poi alla luce dei fatti, era quello giusto.

Vorrei dirgli di avere pazienza, che la scorza si farà, e che sarà più forte e nel contempo sbaglierà tanto ma gli servirà per capire meglio la ragioni e i torti vissuti.

Farai passi più lunghi delle tue gambe, combatterai per non accettare il ritiro o ad ammetterlo solo dopo aver fatto tutto il possibile.

Allora goditi i prossimi 25 anni, ama con tutta la forza che avrai e appassionati a ciò che farai.

Non ti preoccupare del domani perché accadranno cose che nessun veggente potrà mai prevedere.

Fatti che ti stupiranno, fino al Natale 2020 quando, chiuso dentro casa, davanti alla tua finestra, con il timore di un contagio invisibile avrai ancora la fiducia nel domani e la voglia di partire per quella spiaggia tropicale con l’animo strabiliante di un 25 enne bisognoso di imparare a crescere nel mondo.

Tuo Marco

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso