Egregio Segretario,
In un momento così complicato abbiamo bisogno di piccoli gesti e idee che possano apportare ad un miglioramento della vita di molti.
Abbiamo sempre “usato” il nostro sport per fare del bene e farci stare bene, ci siamo impegnati in raccolte fondi per tante realtà su diversi ambiti sociali e sanitari.
Forse è giunto il momento di fare una cosa che solo adesso il destino ci consente di portare a termine.
Un gesto che va oltre le normali regole di ingaggio di un atleta in una competizione.
Sarebbe un atto di maturità sportiva e sociale se riuscissimo a sfruttare la massa di denaro che abbiamo speso per le gare annullate da marzo in poi e usare quella liquidità, bloccata a seguito della crisi epidemica, per formare un “Fondo di emergenza atletica nazionale”
Metteremo a segno tutto l’impegno che il sistema running oggi può riconoscere verso la società che sta vivendo la più grave difficoltà sanitaria di sempre.
Quali obblighi economici hanno gli organizzatori con le entrate non spese delle gare 2020 se non quelli di portarli al 2021?
Allora, noi atleti, facciamo un “passo in più”, o meglio pensiamo come se lo avessimo già fatto quel passo, come se avessimo corso quella gara ma senza fatica.
Lo sforzo più grande lo facciamo donando i nostri pettorali, mai indossati, alla lotta al virus e al sostegno del Sistema Sanitario Nazionale.
Perché prima vinciamo questa gara prima torneremo a correre in gara.
Ci vorrebbe che tutti si impegnassero, sotto l’egida della Fidal, e di una realtà bancaria che facesse da collettore a costi ridotti per poi convogliare i fondi verso la Protezione Civile.
L’operatività della procedura andrebbe affinata certo, ma se io comunico la rinuncia all’organizzatore e in contemporanea viene creato un “comitato fondo atletica” attraverso le varie Fidal Regionali, il quale comitato si attiverà, con l’organizzatore, per ricevere la donazione su uno specifico conto bancario.
Resta al podista, eventualmente, la facoltà di riscriversi una volta che la nuova data della gara in questione venga stabilita. Ovviamente con un diritto di prelazione su scadenze di iscrizione e tariffe nel caso agevolate.
Sarebbe di forte impatto mediatico per rimuovere l’attuale immagine del podista-untore…
Farebbe del bene, anche al movimento, mostrerebbe il lato sano del podismo e ci aiuterebbe a vincere, il prima possibile, la gara più dura per tutti.
Grazie per l’attenzione
La Redazione di Storiecorrenti
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