Il 1 agosto 2021 si è riscritta la storia italiana dell’atletica leggera.
Ciò che abbiamo visto in quello stadio vuoto è stata l’Italia intera: i sogni, il sudore, la fatica e le speranze di tanti ragazzi.
Le attese, le ore di allenamento, gli infortuni, i pianti, la rabbia, l’incredulità e la voglia di non mollare, cercando di arrivare in cima.
Con lo scorrere del tempo, tra le attese e gli occhi incollati alla tv, abbiamo pensato e sperato che forse qualcosa stava per accadere e, mettendo insieme tutto, ci siamo portati a casa due ori.
L’uomo più veloce d’Italia da oggi è un ragazzo di 26 anni di nome Lamont Marcell Jacobs, nato in Texas ma di Desenzano del Garda da quando aveva 18 mesi.
Quello che stupisce è il suo scatto possente e lo stacco sul finale.
100 metri la sua specialità che sembrano non finire mai, ma che invece fanno registrare un tempo da record, 9″80 che valgono Oro.
L’atleta azzurro ha anche testato diverse discipline prima di scegliere definitivamente di dedicarsi alla velocità. Pensate che nel 2015 il caso ha voluto che, in seguito ad un infortunio nel salto in lungo, Marcel si dedicasse alla corsa.
Un ragazzo alto e largo al punto giusto con una esplosività nelle gambe da far restare di stucco persino il più incredulo.
Non è stato da meno Gianmarco Tamberi che ha dimostrato a tutti la sua tenacia, caparbietà e una grande maturità.
Nonostante l’infortunio alla caviglia sinistra subito 20 giorni prima di partecipare ai giochi olimpici di Rio del 2016, ha continuato a crederci e ci è riuscito.
E’ tornato a esprimersi ad alta quota, salendo dove da tempo non arrivava e riallacciando il filo che quel destino gli aveva negato qualche anno fa.
Su quel 2.39 il marchigiano ha messo nel punto di inizio della rincorsa il gesso che indossava quando da casa vedeva gli altri gareggiare in terra carioca.
Un gesto scaramantico messo come punto di ripartenza.
Sul gesso bianco aveva scritto Road to Tokyo 2020, cancellato poi per scrivere 2021.
E a Tokyo, in una notte magica, il destino gli ha ridato quanto gli aveva tolto.
Sul gradino più alto del podio sono saliti in due: Tamberi e il qatarino Barshim, entrambi autori di un percorso senza errori fino a 2.37.
In un abbraccio finale tra i due campioni azzurri, saliti sul gradino più alto del mondo, abbiamo sentito, anche da lontano, la gioia e quell’orgoglio che da oggi ci rende un po’ più fieri di essere italiani.