Al supermercato

Siamo tutti un po’ uguali e in alcuni luoghi lo siamo un po’ di più, al Supermercato ad esempio. Ecco il nuovo articolo di Alberto Romaldi che con leggerezza e profondità ci fa rivedere nelle cose semplici della vita.

Busta? No, grazie. Tessera? Si, eccola. Una combinazione apparentemente contraddittoria dove, però, il binomio in contrasto ti dà quel senso di appagamento totale, ti senti realizzato, sei un vincente e ne vai fiero, magari guardando dall’alto in basso la signora prima di te che non ha né busta, né tessera (di fatto un vero e proprio crimine riprovevole contro l’umanità).

Il divisorio a forma di Toblerone ti dà via libera, sì, tocca proprio a te, è il tuo momento per dimostrare a te stesso e agli altri che non sei un rincoionito, che non hai attacchi di panico quando trasferisci dal carrello la spesa.

Cominci allora ad alloggiare i prodotti sul rullo che scorre, facendo attenzione a sistemare in sequenza quello che poi andrà in ordine sparso nella busta.

Il fondo accoglierà patate, sale grosso, pasta, carote (di solito toste come er muro), nello spazio intermedio affettati, pane latte e derivati, poco sopra ancora stracchino nonno nanni, patatine, carefree salvaslip anche senza le ali, in superficie c’è un posto riservato, quasi come fosse una suite, dedicato alle fette biscottate, ai petti di pollo color petto di tacchina e, soprattutto, ai surgelati, in modo che appena arrivi a casa li metti subito negli scompartimenti del surgelatore, ammesso che tu riesca nell’impresa di trovare spazio.

E’ noto, infatti, che nei cassetti c’è, incastrati l’uno con l’altro, un po’ di tutto, ad esempio straccetti/cotolette/macinato che possono aver fatto un blocco unico scambiato per un pezzo di bollito, oppure scatole di bastoncini aperti la cui impanatura ha contaminato piccoli sacchetti di avanzi non ben identificati (quelli che…è un peccato buttarli, li congeliamo), passati di verdura diventati marroni da verde che erano, fette di pane raggrinzite.

Ci sono poi le bustine asintomatiche, non sai minimamente cosa ci sia dentro e le butti, anche se a malincuore, per far posto al nuovo che avanza, e che molto probabilmente, fra qualche mese, sarà condannato a seguire lo stesso iter.

Eravamo rimasti al momento di pagare, speri venga una cifra tonda affinché la cassiera non ti chieda se hai spicci, nel qual caso succede l’irreparabile: mentre tu, che nun ce vedi, cerchi affannosamente le monete lei, che è sveglia, ti anticipa e, chiedendo il permesso, raccoglie i soldini nel palmo della tua mano. Io, ad esempio, per evitare queste figure dico sempre che non ho spiccioli a meno che non siano i 2 euro facilmente riconoscibili al tatto anche senza occhiali da vicino.

Stai per finire di comporre la tela bianca nella quale ti sei avventurato all’entrata del market. Al compimento dell’impresa manca solo di mostrare la tessera, indispensabile per fruire appieno delle offerte. Ce l’hai sia in formato cartaceo che in quello elettronico, sei indeciso quale esibire. Rischiare di utilizzare l’App o andare sul sicuro e ricorrere alla card? Un vero e proprio dilemma, l’attacco d’ansia è lì pronto a rovinarti la giornata, un semplice errore sullo schermo touch può avere conseguenze drammatiche che vanno dalla chiamata involontaria al primo della lista in rubrica (che ormai è abituato e manco te risponne più) all’apertura accidentale di qualche tutorial su “come lessare la patata” o “cento modi per conservare il lievito madre”, il tuo vero incubo da circa un paio di mesi e sia maledetto il giorno in cui me l’hanno regalato.

La “card” alla fine vince, apri il portafogli e la individui subito, la tua ancora di salvezza è lì pronta per essere esibita, vivi il tempo di attesa prima del beep quasi fosse un preliminare erotico, piacere e desiderio si fondono nell’eccitazione generale fino ad arrivare al momento clou quando il lettore elettronico dà il segnale di OK, il culmine è raggiunto e l’amplesso sessuale ha il suo compimento.

Saresti tentato di chiedergli se gli è piaciuto, ma siccome sai che non è carino chiederlo, non ti rimane che prendere il tuo bustone della spesa e andartene a casa. Anche oggi l’operazione si è conclusa con successo.

Alberto Romaldi

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Alberto Romaldi
Con il tempo libero in eccedenza, causa pensione, ho mantenuto il vizio di scrivere, passando da mail di lavoro ad argomenti che trattano luoghi comuni, tra il surreale e il dissacrante, con la pretesa di essere divertente. Canto in un coro amatoriale e a casa ho tutte donne, figlie e moglie comprese. Anche la cagnolina Maia era femmina, purtroppo ci ha lasciati quest'anno.