Irma Testa e chiamatemi Butterfly

Ho avuto un’infanzia difficile. Facevo casini come molti ragazzini a Napoli, andavo a scuola ma non la frequentavo volentieri, stavo tutta la giornata in strada. Mia mamma mi cercava ma non mi trovava, lei non c’era mai perché lavorava tutto il giorno.

Sono Irma Testa sono nata a Torre Annunziata in provincia di Napoli nel quartiere della Provolera.

In questa zona poco nobile il pugilato è una “tradizione” e sono campionessa italiana di pugilato, il mio soprannome è “Butterfly” perchè prendere una farfalla è davvero difficile.

Il pugilato è uno sport povero ed è un sacrificio enorme a livello atletico. Ci devi credere ed io dalla strada ho creduto in quel sogno seguendo le orme di mia sorella.

Avevo 12 anni, ero bassa magra e il fatto che nessuno credesse in me mi scatenó questa voglia matta di imparare a boxare per far vedere a tutti che ci sarei potuta arrivare anch’io su quel ring..

Mentre tutti mi dicevano che avrei dovuto imparare a cucinare e fare l’uncinetto mi intestardii e ci provai, sono stata la prima pugilessa italiana donna che nel 2016 si è qualificata per partecipare ai Giochi Olimpici di Rio.

Penso che l’obiettivo di ogni sportivo siano le olimpiadi, dopo quello non c’è più nulla, è il massimo, il sogno di una vita intera: per me è stato come aprire una porta a tutte quelle persone che dal nulla sono diventate qualcuno. 

Venni sconfitta ai quarti di finale da Estelle Mossely, fu dura, pensai di smettere, ma mi servì da lezione.

Nella vita è come sul ring non hai il tempo di contare fino a 100 devi agire d’istinto perchè in un attimo potresti cadere.

Devi essere pronto ad incassare i colpi e non mollare, la vera forza è proprio quella devi restare in piedi…

Da quella sconfitta ho appreso che non bisogna arrendersi anche se ti sembra di aver preso la strada sbagliata, dalle cadute ti rialzi più forte.

Essere arrivata fino a lì è stata già una vittoria. Aver creduto in me stessa è stato arrivare alla meta, aver pianto è stato liberare l’emozione e la fatica che c’è dietro ad un battito di ali di farfalla dove tutto in un attimo può cambiare direzione, dove i battiti del cuore diventano lenti si sincronizzano e tutto intorno a te ruota ed è in quel momento, quel preciso istante che devi colpire e crederci.

Sono Irma Testa ma chiamatemi Butterfly

Dominga Scalisi