Salto in lungo e la nuova regola rivoluzionaria nella “zona di stacco”

salto in lungo

Proprio in questi giorni la Federazione internazionale di Atletica Leggera( la World Athletics )ha annunciato un cambiamento che rivoluzionerà la storia del salto in lungo nella zona di stacco.

Il salto in lungo è una disciplina che ha fatto parte di tutte le Olimpiadi moderne da quando hanno avuto inizio ad Atene nel 1896.

Le normative vigenti che regolano il salto in lungo ormai da 150 anni impongono criteri rigorosi che gli atleti devono rispettare per assicurarsi che ogni salto sia considerato valido. Al fulcro di queste regole c’è la presenza della linea di battuta, una striscia determinante che segna il confine ultimo da cui il saltatore può prendere il volo.

Ogni atleta che infrange questa regola, anche di millimetri, vedrà il proprio tentativo annullato.

La misurazione del salto inizia dalla fine di questa linea fino al punto più vicino lasciato dall’atleta nella sabbia. Pertanto, è essenziale per i saltatori calibrare con precisione il loro ultimo passo prima del salto, cercando di avvicinarsi il più possibile alla linea di battuta senza superarla. Questo elemento aggiunge una sfida significativa, poiché richiede un equilibrio perfetto tra velocità, potenza e precisione, elementi cruciali per ottimizzare la distanza del salto.

La tecnica e la preparazione atletica sono quindi aspetti chiave nella pratica del salto in lungo. Gli atleti dedicano anni di allenamento per perfezionare la propria capacità di avvicinarsi al limite imposto dalla linea di battuta, evitando il fallo.

Questo impegno implica un controllo meticoloso del proprio corpo e una profonda consapevolezza spaziale, indispensabili per coordinare l’approccio, la rincorsa e l’atto del saltare con la massima efficienza.

Oltre alla precisione richiesta nell’approccio alla linea di battuta, i saltatori devono padroneggiare altri aspetti tecnici come l’angolazione del salto, la gestione della fase aerea e la tecnica di atterraggio. Ogni dettaglio può influire notevolmente sulla misura finale del salto, rendendo il salto in lungo non solo una prova di forza fisica e agilità ma anche di astuzia tecnica e strategica.

Cosa cambierebbe

Con la proposta della “zona di stacco”, gli atleti avrebbero a disposizione un’area più vasta da cui effettuare il salto, e la distanza sarebbe misurata elettronicamente dal punto esatto in cui lasciano il suolo. Questo cambiamento mira a ridurre drasticamente i salti nulli, un fenomeno che attualmente incide negativamente sulla spettacolarità dello sport.

Jon Ridgeon ( il Ceo di World Athletics) ha evidenziato che, ad esempio, durante i Mondiali di atletica leggera del 2023 a Budapest, un terzo dei salti è stato invalidato. Spesso, risultati promettenti o potenziali record vengono scartati per sforamenti minimi, rendendo la competizione frustrante per atleti e spettatori.

La nuova regola garantirebbe che ogni tentativo sia considerato valido, spostando l’attenzione del pubblico sull’atterraggio, che rappresenta l’elemento più spettacolare del salto. La maggiore flessibilità offerta agli atleti potrebbe anche facilitare l’instaurazione di nuovi record mondiali, poiché sarebbe meno critico staccare da un punto preciso.

Una decisione questa che frantumerà lo storico record del mondo di Mike Powell che risale addirittura a 33 anni fa, ai Mondiali di Tokyo del 1991.

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Mike Powel record del mondo – Foto Getty Images

 

Anche Carl Lewis, tra i più grandi saltatori e velocisti di sempre, vincitore di nove medaglie d’oro alle Olimpiadi e di otto ai Mondiali ha espresso scetticismo:

“Il salto in lungo è la disciplina dell’atletica più difficile. Questo eliminerebbe la sua caratteristica più difficile. Allora allarga i canestri perché un sacco di gente non li centra nei tiri liberi “

E nonostante le varie critiche, Ridgeon ha sottolineato l’importanza di sperimentare la modifica con atleti professionisti prima di un’eventuale implementazione ufficiale, ammettendo che cambiamenti significativi in uno sport secolare possono suscitare controversie. Questo nuovo cambiamento sarà testato in occasione di alcuni meeting quest’anno e se tutto filerà liscio potrebbe essere lanciato per le competizioni d’élite dal 2026 in vista delle Olimpiadi di Los Angeles del 2028.

E voi cosa ne pensate?

Dominga Scalisi
Runner che ama correre, scoprire nuovi percorsi, conoscere persone e raccontare storie…Amo lo sport e non ho paura di andare e guardare oltre: oltre il tempo, oltre le apparenze, oltre le distanze…