Quanto basta

Just Enough

Abbiamo bisogno di certezze. Che tutto il nostro universo sia misurato, sì da poterlo comprendere. È una necessità del nostro sistema operativo alla quale facciamo molta fatica a distaccarci. Nonostante ogni evidenza ci provi – semmai ce ne fosse davvero bisogno – che la mappa non è mai il territorio. “Quanto basta” è l’espressione idiomatica di quest’oggi.

Nelle ricette di cucina dei tempi andati era presente una sostanziale indeterminatezza (incomprensibile per gli esseri evoluti che siamo diventati), un modo impreciso di fornire le dosi, riassunto nella formula idiomatica “quanto basta” (q.b.). Sale, quanto basta. Olio, quanto basta. Farina, quanto basta; e via discorrendo. Il senso era, seppur criptico, chiaro per coloro che sono in grado di comprendere: quanto basta per rendere una pietanza saporita ma non salata, condita ma non troppo unta, croccante ma non incrostata.

Siamo noi – per quelli che siamo – a definire quanto basta. In tutte le cose. Corsa compresa.

Vorremmo conoscere ogni segreto, aspirando – anche nella dimensione podistica – a quella universalità costituita da assoluti che non esistono neppure nelle scienze “esatte” (che lo sono, com’è risaputo, solo per l’adesione ad una convenzione).

Ogni volta cadiamo nell’equivoco. Siamo molto diversi da quello che crediamo, nel bene e nel male. Nella meraviglia, nello stupore; nella incomprensione e nella stupidità. Macchine complesse (o complicate?) che un nonnulla basta a mandare fuori strada. Eppure avremmo giurato, su una pila di bibbie, che la strada fosse tutta dritta. Ma, dritta, per dove? Di preciso?

Quanto basta è, allora, l’emblema di un linguaggio sempiterno: il punto di incontro e di equilibrio tra l’azzardo e il limite. L’eccellenza (del tutto soggettiva) è rappresentata da una curva che si avvicina asintoticamente al “basta”, oltre il quale c’è il “troppo”. La capacità di trovare questo punto di incontro è la qualità richiesta a tutti, non soltanto a chi si diletta tra i fornelli. Il segreto? Quanto basta. Quando basta. Al momento giusto: non di meno, non di più.

Anche per oggi la nostra corsa si è conclusa.

 

Esistono diversi livelli di anticipo ma un solo tipo di ritardo.

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.