In questo periodo dell’anno, ogni volta che comunicano i vincitori dei premi Nobel, spero sempre che venga nominato colui che ha trovato la soluzione a cose semplici ma che usiamo tutti i giorni.
So bene che le scoperte premiate nei vari campi, anche se lontane dal nostro quotidiano, saranno fondamentali per migliorare la vita di milioni di persone nel prossimo futuro.
Però sarebbe bello se qualcuno inventasse un modo per non perdere la consegna di una raccomandata a casa, un frigorifero che mi avvisa a distanza quando è finito il latte. Un premio Nobel per l’Economia a colui che sarà in grado di spiegare, una volta per tutte, come si legge un estratto trimestrale della mia banca o la modifica di un contratto del conto corrente, prima che cambi però.
Da romano sarei immensamente felice di leggere che il premio Nobel per la Chimica è stato vinto per aver inventato un asfalto stradale che non si ricopri di buche!
Sempre da romano, sarebbe bello conoscere l’opera di un umanista a cui viene assegnato il premio per la Letteratura per aver spiegato che la guera, la tera, la scola, oggi fa callo, e l’articolo determinativo maschile singolare er … er gatto, er cane, er pallone…fuori dal GRA, non sono licenze poetiche.
Però, io oggi vorrei solo uno scienziato, umile, ingegnoso e tanto concreto da inventare un sistema che eviti l’appannarsi del vetro della mia machina quando piove. Cuffie audio che non si annodino come le cime dell’Amerigo Vespucci prima di ogni utilizzo e dei calzini che non svaniscono ad ogni lavaggio.
In fine sarebbe la notizia del secolo se, la Fondazione Nobel, nel proclamare il vincitore del premio per la Fisica nominasse colui che “apportando maggiori benefici all’umanità”, ha inventato una sistema per lo scarico del water migliore di quella crudeltà ideata da quegli stronzi della Geberit.