Per uno sport autistico – l’escursionismo

Cari amici di Storiecorrenti, dopo avervi narrato delle mie percezioni autistiche durante le camminate nei boschi di faggi, oggi vorrei parlarvi dei miei piaceri autistici che fanno da contorno all’escursione.

La sera prima è molto bello per me scegliere la camminata da fare e mi emoziono piacevolmente se sarà una camminata lunga che preveda tanti habitat diversi da attraversare. Adoro le passeggiate molto varie.

Mi piace molto anche affrontare tracciati in parte nuovi, perché sono curioso ed emozionato all’idea di scoprire come sarà.

La mattina dell’escursione mi sveglio sempre di buon umore, perché pregusto nella mia mente che farò una cosa che mi piace tanto, camminare nella natura e vivere immerso nella magia sensoriale del bosco.

Quando torno a casa mi sento veramente appagato, perché il lavoro fisico ha scaricato il mio corpo, la magia del bosco ha scaricato la mia mente e soprattutto il silenzio di parole con gli altri escursionisti fa esplodere una intensa comunicazione non verbale che io adoro.

Amo tanto anche i riti del ritorno che dolcemente sanno di casa, dopo tanta vita all’aria aperta.

Il primo rito è togliersi gli scarponi e sbatterli fuori al balcone, mentre godo il ritorno alla libertà dei miei piedi ed il camminare sul parquet con i calzettoni. In questa dolce ginnastica dei miei piedi, li sento riprendere vita.

Poi il rituale prevede il piacere di togliersi abiti sudati ed appiccicosi, per entrare nella doccia che rilasserà tutto il corpo e riaprirà tutti i pori, facendo meravigliosamente respirare la mia pelle.

Rivestito, mi stendo sul divano al calduccio di una copertina, guardo un po’ di tv ed a volte dolcemente mi appisolo un po’.

Quando mi sveglio noto l’appetito della camminata e faccio merenda con una fantastica macedonia di frutta fredda tagliata a pezzettoni.

Non rimane che abbassare le luci, accendere il caminetto e sognare cosa di buono si potrà cucinare sulla brace per la cena.

La vita può essere meravigliosa se si fa caso a quante cose bellissime accadono, spesso nell’indifferenza generale.

Federico De Rosa