Le piste ciclabili a Roma possono rappresentare un tassello fondamentale nella visione di una mobilità urbana sostenibile in vista dei grandi eventi giubilari del 2025.
Attraversano la città per oltre 320 km e nonostante le sfide di continuità e sicurezza ancora da superare, proviamo a capire lo stato dell’arte delle piste ciclabili e della mobilità a pedali a Roma con una analisi dal basso di STORIECORRENTI.
In una città eterna come Roma, dove storia e modernità si intrecciano in ogni vicolo e piazza, la mobilità urbana rappresenta una sfida costante e un’opportunità unica per promuovere stili di vita sostenibili.
Tra le strade che hanno visto passare imperatori, papi e oggi stretta dal fenomeno dell’iper turismo, secondo cui la Capitale nel 2023 ha fatto il pieno con 49,2 milioni di presenze da ogni angolo del mondo, c’è una realtà di cittadini che spinti da un bisogno nuovo, volto a recuperare un stile di vita migliore possono essere la base per rendere Roma più verde, più sana e più accessibile.
La Visione di un Futuro Sostenibile
“Nessuno nasce pedone, ciclista, automobilista, motociclista, ecc. ma, di sicuro, tutti abbiamo la necessità di spostarci a Roma per svolgere una serie di attività che costituiscono la nostra vita, non ultima il lavoro. “ – Sono le parole di Andrea Panci, romano e ciclista urbano convinto, il quale vive la città sui pedali, non solo nel tragitto casa – lavoro.
Andrea fa parte di una avanguardia, di un cambiamento culturale e strutturale, altri come lui promuovono la bicicletta come soluzione ideale per gli spostamenti quotidiani, in alternativa all’onnipresente automobile.
Attraverso attivismo e dialogo con cittadini, imprese e istituzioni, l’obiettivo è chiaro: rendere Roma un modello di mobilità sostenibile, dove ogni cittadino possa sentirsi sicuro di scegliere la bicicletta per i propri spostamenti.
“Mi fanno un po’ ridere quelle dispute sui social che contrappongono queste presunte categorie, del tutto astratte, sol che si consideri che senza dubbio prima o poi siamo tutti pedoni, perché ad un certo punto dobbiamo scendere dai nostri mezzi di locomozione e usare quello che tutti abbiamo dalla nascita: le gambe.” – prosegue Andrea.
La rete ciclabile attuale, estendendosi per circa 320 km, di cui un terzo in parchi e ville storiche, offre già un’infrastruttura di base. Tuttavia, l’impegno dei cittadini che vivono la città pedalando mira a superare le attuali limitazioni, promuovendo un’estensione e un miglioramento qualitativo delle piste ciclabili.
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Le Sfide della Capitale
Nonostante gli sforzi, Roma si confronta con diverse criticità: la discontinuità delle piste, la carenza di segnaletica adeguata, gli ostacoli fisici e la condivisione forzata dello spazio con veicoli a motore e pedoni. Queste problematiche non solo compromettono la sicurezza dei ciclisti ma ne limitano anche la praticità e l’attrattività come mezzo di trasporto quotidiano.
“Il predominio incontrastato del mezzo auto (preconizzato a livello politico e dai media per ormai sessant’anni) ha reso le nostre città – e Roma in particolare – dei luoghi alquanto inospitali per chi scelga di muoversi diversamente. La struttura urbanistica di Roma è stata modellata attorno alle esigenze di chi si sposta in automobile (strade enormi e marciapiedi minuscoli, parcheggi sconfinati, ecc.). Io stesso per una lunga parte della mia vita sono caduto vittima di questa visione a senso unico della mobilità.”
Inoltre, la comparazione con altre città italiane, come Milano, Torino e Firenze, evidenzia un ritardo nell’adozione della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, imputabile anche alle peculiarità geografiche e dimensionali di Roma.
Sei anni fa, Andrea, dopo una vita passata su mezzi a motore (scooter e moto inclusi) si è messo in discussione con una visione diversa della sua vita da cittadino motorizzato: “perché non provare ad usare la bici, perlomeno nel tratto più grande che mi separa dal lavoro?”
Da qui il passo, o la pedalata, sono stati brevi.
Andrea si è dotato di una bici pieghevole, che caricava nel bagagliaio della macchina e con essa raggiungeva la ciclabile del Tevere, dove percorreva circa otto chilometri, per poi caricarsi in spalla la bici e raggiungere il piano strada per completare il percorso casa/lavoro, in mezzo al traffico della ZTL centro storico.
“A mano a mano, nonostante il timore di stare in mezzo a macchine moto motorini, il tragitto che facevo in auto per raggiungere la ciclabile mi pesava sempre di più (traffico, semafori, ecc.) e allora ho preso coraggio e ho cominciato a fare l’intero percorso in bici. “
Cittadini come Andrea, e movimenti come il Salvaciclisti, associazione di ciclisti urbani che si fa promotrice di una città in cui gli utenti più vulnerabili della strada, che ogni giorno scelgono soluzioni di mobilità sostenibile per il bene dell’intera comunità, siano salvaguardati, tutelati, incentivati e valorizzati.
Vedi la Mappa delle Piste ciclabili a Roma illustrata da Salvaciclisti
Queste realtà agiscono singolarmente o in massa critica promuovendo il concetto di “città dei 15 minuti” – una visione urbanistica in cui ogni spostamento essenziale possa essere compiuto con mezzi attivi in un tempo ragionevole. Lo fanno attraverso l’attivismo su strada e la partecipazione diretta dialogano con cittadini, aziende e amministrazioni, promuovendo la bicicletta come mezzo di trasporto per gli spostamenti urbani, alternativa al dominio delle automobili.
La realizzazione nel 2020 delle cosiddette bike lane provvisorie, nate per fronteggiare l’emergenza COVID, ha un pochino reso il tragitto più sicuro per Andrea, ma non più di tanto, considerata l’esiguità di tali corsie e la loro non organicità.
Nel suo caso, per cui si muove dalla zona Roma nord-Nuovo Salario, manca del tutto il collegamento tra Via dei Prati Fiscali e Prato della Signora /Moschea.
Inoltre, da a viale Pilsudski la ciclabile si interrompe del tutto e da lì in poi deve comunque procedere in mezzo al traffico motorizzato.
Innovazioni e Progetti Futuri
Il periodo post covid ha segnato un punto di svolta con l’introduzione di nuove iniziative, tra cui l’app “Roma corre in bici”, realizzata da Roma Servizi per la Mobilità, è stata pensata per promuovere l’utilizzo della bicicletta e dei monopattini elettrici negli spostamenti quotidiani in città. “Roma corre in bici” è un navigatore in grado di calcolare il miglior percorso per raggiungere una destinazione, utilizzando la nuova modalità di calcolo del percorso ciclabile messa a disposizione da Google.
Nonostante le sfide sociali e tecnologiche, l’obiettivo di estendere la rete ciclabile di ulteriori 150 km entro la fine della legislatura attuale rimane ambizioso ma fattibile, ponendo l’accento non solo sulla quantità ma anche sulla qualità delle infrastrutture, come dimostra il progetto di collegamento tra la stazione Termini e l’Università La Sapienza.
Conclusione: Pedalare verso un Domani Migliore
La strada per trasformare Roma in una capitale della mobilità sostenibile è ancora lunga e ricca di ostacoli. Tuttavia, l’impegno di cittadini e movimenti urbani, supportato da iniziative innovative e da una crescente consapevolezza pubblica, pone le basi per un futuro in cui la bicicletta sarà protagonista indiscussa della vita cittadina, contribuendo a migliorare la qualità dell’aria, la salute dei cittadini e la vivibilità della città eterna.
In quest’ottica, l’inchiesta sulla situazione delle piste ciclabili a Roma non è solo un’analisi critica delle attuali deficienze ma anche un inno alla potenzialità di cambiamento e al progresso verso una mobilità sempre più inclusiva, sostenibile e rispettosa dell’ambiente e della storia di una delle città più affascinanti del mondo.
Ci piace riflettere sui cambiamenti raggiunti da Andrea, auspicando un effetto imitativo per cui, al di là della percezione del rischio e della fatica, si possa trovare un percorso il più possibile lineare e sicuro.
“è qualcosa a cui non potrei più rinunciare, una sorta di droga, come accade ai podisti nei confronti della corsa. Se solo si proseguisse nel rendere le infrastrutture ciclabili più estese e meglio connesse, vivremmo tutti in una città migliore e assai più vivibile di quella che abbiamo ereditato dalla civiltà dei motori “.