Nella mente di un serial runner

Hai mai provato a entrate nella mente di un runner seriale? Una persona per cui la corsa è al centro di tutto, che sia estate o inverno, su terreni fangosi o strade cittadine, a qualsiasi ora del giorno.

Hai mai cercato di comprendere cosa passa per la testa di chi corre, di chi deve correre o, peggio ancora, di chi non può correre?

Per delineare un profilo adeguato di questi individui, dobbiamo esaminare il loro modus operandi. Questo si basa sulle riflessioni post-corsa e sulla pianificazione delle future sessioni. i cui capisaldi sono due:

Se ha corso pensa a quando correrà di nuovo.
Se non ha corso pensa a quando correrà di nuovo.

La sua non è necessariamente una visione monoscopica della giornata, tutt’altro, nella programmazione dei fatti che lo vedranno impegnato tra famiglia, lavori, amori, e scadenze è in grado di fare dei voli pindarici necessari a fare tutto.

Sapiente manipolatore dei calendari stagionali, esperto affabulatore delle ore quotidiane, il sui primo pensiero dal lunedì al sabato è cosa ho in tabella?, poi quando corrono i ragazzi della squadra? E in fine a che ora farò le ripetute.

Dopo aver strutturato la settimana lavorativa, il fine settimana diventa il culmine della loro attività. Uomini e donne, senza distinzione di genere, sono totalmente assorti nel trovare il modo di integrare una lunga corsa o una gara nel weekend, senza trascurare gli altri impegni.

I runner seriali sono una forma colorata ed esperta di un fenomeno sociale ampiamente presente nel nostro paese, ovvero la passione incondizionata che spinge a modificare continuamente piani e accordi per perseguire l’amore per la corsa, strutturato sempre sui medesimi pensieri:

Se ha corso pensa a quando correrà di nuovo.
Se non ha corso pensa a quando correrà di nuovo.

In una giostra alla costante ricerca di endorfine li porta a vivere alti e bassi emotivi che influenzano il loro umore sociale.

Se appaiono seri e introspettivi, è probabile che stiano attraversando un periodo di incertezza atletica. L’unico modo per superare questo ostacolo relazionale è concedergli di correre, dicendo semplicemente:

OK, VAI A CORRERE, CI VEDIAMO DOPO.

Questa semplice frase non solo risolve la situazione momentanea, ma riaccende anche il sorriso del runner, riportando serenità ed euforia nel suo mondo.

Comprendere la mente di un serial runner è un esercizio di psicologia sociale che, sebbene possa sembrare complicato, in realtà è accessibile se ci si pone sul loro stesso livello. Lasciarli soli con i loro pensieri e le loro strategie per raggiungere gli ambiti 10 km giornalieri è cruciale..

Per chi vive o lavora a stretto contatto con un runner, comprendere e supportare le loro esigenze non solo eviterà incomprensioni e frustrazioni, ma arricchirà anche il rapporto reciproco, guadagnandosi un posto di rilievo nella loro personale classifica di stima e apprezzamento. Questa è la chiave per raggiungere un equilibrio di benessere fisico e mentale, sempre focalizzato sulla prossima corsa.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso