Ho sognato, a tinte più che fosche, il Baron Samedi, il signore dei cimiteri del Voodoo e non avevo cenato con i peperoni fritti. Non è che ci si debba credere per forza ma, come per gli oroscopi, qualcosa potrebbe pur essere vero. E non si vede perché non prestare la debita attenzione.
Crediamo, perché più o meno civilizzati, di sapere ogni cosa. Di essere, cioè, la misura del mondo che ci circonda. Ma – come dicevano tutti a John Snow in Trono di Spade – “Non sai nulla…” (Poi, però, risuscita e combatte contro un esercito di “estranei”).
Un antropologo, Wade Davis, nel suo libro “Il serpente e l’arcobaleno”, ha scoperto che anche la “leggenda” dei morti viventi non era per nulla infondata. Prendi un povero cristo e, dopo avergli soffiato sul volto un miscuglio di cenere umana e tetrodotossina (il veleno del pesce palla), lo seppellisci. Poco prima che costui, risvegliatosi, muoia soffocato, lo tiri fuori dalla cassa…per giunta bianco come un cencio (effetto della cenere). C’è da stupirsi che le facoltà mentali finissero per essere compromesse?
Il nostro malcapitato, inebetito, richiamato dall’oltretomba, non può che obbedire all’oungan ed eseguire ogni comando. Nascono i viventi-morti quelli che, inseguito, diverranno un archetipo universalmente noto con le pellicole di Romero.
Siamo circondati di morti viventi: quelli che, ogni mattina, si recano in ufficio con l’occhio spento, quelli che vagano, senza pace, nei centri commerciali, quelli che sulla metro scorrono i reels di Instagram o le stories di Tiktok a velocità frenetica, quelli che…
Per il momento non appaiono pericolosi ma non mi stupirei affatto se il passaggio di una cometa (o qualche virus creato nei laboratori BSL 4 a Wuhan) li trasformi in veri morti decisi a sbranarci. E, qui, cominciano gli incubi.
La vulgata consolidata li descrive lenti, indolenti, quasi innocui (almeno quando sono isolati). Ma, comunque inarrestabili. Ed affamati. Piuttosto affamati.
Abbiamo sempre ritenuto che, con una buona dose di accortezza, la nostra velocità media, testata in anni di podismo, li avrebbe ragionevolmente potuti tenere a bada in spazi aperti. Gli passi a fianco con destrezza, prima di venir “avvistato”. Pronti a colpire la testa ed arrestarli definitivamente, se possibile. Altrimenti via, di corsa, puntando sulla resistenza acquisita in quello che, prima della catastrofe, era solo uno sport. La nostra sopravvivenza legata, più che mai, all’uso di buone gambe.
I morti tornano a camminare. È già sarebbe un problema abbastanza preoccupante. Come, al solito, le sventure non arrivano mai sole. Se prima i nostri simpatici revenants – come si diceva – apparivano dai “riflessi” alquanto appannati, ora, purtroppo, non è più così. Zack Snyder, nel rieditare proprio “Zombi” (L’Alba dei morti viventi, nel 2004), ha introdotto, a nostro danno, l’elemento della velocità (situazione confermata da World War Z).
Altro che lenti ed indolenti! Questa nuova generazione di non-morti sprinta come centometristi. E siccome – se integri – non hanno problemi di tempo e di fiato, appare velleitario pensare di poter loro sfuggire, almeno sulla breve distanza. Appena cessata l’energia del nostro scatto precipitoso, nel mentre riprendiamo fiato, appare pressoché certa la nostra trasformazione nel pasto del giorno.
Ancora volta si intravedono le potenzialità della corsa di resistenza. Di tutte le ore passate a correre nella generale indifferenza. Ma dobbiamo impegnarci di più ad aumentare la velocità media. A 5,30 min/km (meglio non strafare), possiamo correre ore ed ore, spesso senza neppure sudare tanto, lasciando fuori tiro i cadaveri velocisti, se riusciamo a tenerli a distanza di sicurezza. La scienza non ha ancora dato alcuna risolutiva risposta in merito, ma confido che pure i maratoneti, una volta passata la soglia e ritornati, siano omologati agli zombi standard, quanto alla velocità. Ci mancherebbe solo lo zombie keniano che ci corre dietro a 4min/km!
Come si dice, la speranza è l’ultima a morire. O, forse, no.
Nel frattempo, penso proprio che sia meglio continuare ad allenarsi.
[P.S.: credete che sia uno scherzo? Ma, intanto, qualcuno si prepara: https://www.zombitalianrun.com/. Per saperne di più: S.T. Page, Zombie. Manuale completo di sopravvivenza. Come salvarsi dall’apocalisse, Milano, 2017; M. Brooks, Manuale per sopravvivere agli zombi, Torino, 2006; G. Carcaterra, 100 km: le tabelle a prova di non morti, Roma, 2020]