Macroniadi: un (presuntuoso) giudizio critico

Per il bilancio occorre aspettare la chiusura ma, per le Macroniadi, possiamo fare una presuntuosa eccezione. Del resto, Oscar Wilde, uno che la sapeva lunga, diceva che è superficiale chi non giudica dalle apparenze.

Le Olimpiadi, a partire da quelle di Los Angeles del 1980, oltre alla parte business hanno innestato profonde radici politiche, tanto da mettere lo sport quasi ai margini di una manifestazione che, al contrario, dovrebbe vedere il resto quale mero sfondo alla celebrazione dell’afflato olimpico.

Parigi, a mio modesto avviso, è la prova provata di un deciso spostamento degli interessi. Se non fosse stato per la grandeur politica il CIO non avrebbe mai dovuto autorizzare una Olimpiade chiaramente all’insegna della disorganizzazione.

Il buongiorno, se si può dire, si è visto sin dalla cerimonia inaugurale nella quale – tra una Lady Gaga e una “Ultima cena” modello “Gay pride” – non si avvertiva, se non alla lontana, che si stava presentando una manifestazione sportiva, quanto la “laicità” dei francesi, divenuti paladini di un green deal idealmente interessante ma economicamente insostenibile.

Ha fatto il giro del mondo il video in cui il nostro Ceccon dorme in un parco come un qualsiasi barbone dalle parti della Stazione Termini. Lasciando perdere l’inclusività che ci porterebbe davvero molto lontano, l’ideologia green è diventata talmente “imperativa” da comportare il sacrificio degli stessi atleti benché, non parrebbe dubbio che siano essi la “materia prima” delle gare sportive (figuriamoci delle Olimpiadi). Ebbene, nelle location concesse alle varie rappresentanze nazionali non è disponibile l’aria condizionata, sicché con la calura (e l’umidità) del periodo, appare molto difficile un bel sonno ristoratore. Sonno che, oltretutto, deve fare i conti con degli stravaganti giacigli in cartone (un po’ alla renato Pozzetto di un “Povero ricco”), di una foggia pensata unicamente per dormirci supini benché ciascuno di noi, corretto o sbagliato che sia, ha la sua postura preferita. Qualcuno, malignamente, ha fatto presente che si tratti, in realtà, di letti “antisesso”. Evidentemente persone digiune della materia quando è notorio che, uno volta scatenato l’ormone, il letto è l’ultimo problema.

Completa il quadro, una mensa dei “poveri” nella quale sono stati condotti esperimenti sulla capacità di sopportazione delle scemenze culinarie, tant’è che, a partire dagli inglesi (gli inglesi!!!), molti disertano il desco preferendo un ristorante, pure senza alcuna stella.

Se poi passiamo all’Organizzazione vera e propria, già si intravedono i segni di una deblacle. Mezz’ora di trasporto, in media, per raggiungere le diverse locations; atleti costretti a gareggiare in una cloaca; getto del peso disputato su una pista di pattinaggio ed altre cosucce del genere.

Insomma, se i francesi preferivano il “verde” alle competizioni sportive, potevano organizzare un’Expo sul tema, lasciando ad altri le incombenze sportive. Le Olimpiadi sono, prima di tutto, il trionfo del sport. Tutto il resto deve restare contorno, se non frutta.

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.