“Ma perché la gente non fa più le gare?”

L’altro giorno l’amico fotografo Luca Bonanni mi ha chiesto: “Ma perché la gente non fa più le gare?”

La domanda mi ha spiazzato…

Non sapevo cosa dirgli visto che anche io non faccio una gara da maggio.

Chi meglio di un fotografo sportivo può misurare i polso della situazione, grazie ai suoi scatti lungo il percorso se ne accorge ancor prima di tds di quanti atleti ci sono nelle gare, sanno persino come corriamo domenica dopo domenica, almeno un tempo era così.

So per certo che è presto per una analisi di ciò che sarà il mercato gare 2023. Da amatore e osservatore della realtà che ci circonda si sente una noia strisciante sul calendario gare, almeno a Roma.

Ma non dappertutto.

Domenica scorsa, la Deejay Ten di Lignano Sabbie d’oro ha registrato 8000 arrivati sulla 10k, se avessero fatto lo stesso evento a Ostia quanti arrivati ci sarebbero stati?

Roma è un mercato podistico tra i più complessi, senza contare le fatiche organizzative degli ultimi due anni.

Antonino Balzano, vero motore de team LBM, una delle squadre più attive della Capitale, ha detto:  “Dobbiamo ripartire come se fossimo alla prima edizione di ogni gara, facendo tornare la gente a correre, riconquistando la fiducia di chi da mesi corre in allegria con gli amici dove gli pare”.

In questi anni sono cresciuti altri sport; sia la bici che il padel hanno drenato tanti appassionati della corsa che ormai corrono solo per stare bene e come azione propedeutica ad altre attività.

padel giocatori in campo
Photo by Tomasz Krawczyk on Unsplash

Il mondo dello sport ricreativo si è ampliato, tutti hanno un costume da bagno, una bici e una racchetta e alternano, ecco perché sono spariti i corridori di “classifica” e sono rimasti color che corrono per puro divertimento.

Considerando che la coda lunga dei quarantenni negli ultimi 15/20 ani si è invecchiata, oggi ha 55-60-65 anni e si è stufata/infortunata e ha cambiato rotta e non c’è stato il ricambio generazionale.

Il podista si vede la domenica mattina alle 8 per una corsetta con gli amici, per le 10.00 è a casa, se prendesse parte a una gara tornerebbe almeno per le 13.00 se non oltre caso mai la gara fosse fuori città. Ecco perché le gare in provincia stanno perdendo il bacino di utenza della Capitale: i romani preferiscono concentrarsi su location “comode”…

Cosa porterebbe ad un cambio in questo orizzonte podistico inaridito? più creatività, più originalità, più idee…

Non può ridursi ad un semplice paga e corri, si potrebbero organizzare dei “circuiti” di manifestazioni a scopo benefico, delle Challenge nelle categorie master, aggregazioni di gare stile “six majors”.

Classificazioni di qualità e quantità che potrebbero dare a rotazione a normali atleti l’ingresso a griglie top ed altri privilegi, si potrebbe sfruttare meglio il binomio domenica-ecologica-sport all’aperto.

Si potrebbero istituire fasce di prezzo per le iscrizioni a tariffe agevolate per over 60, pensionati, disoccupati, studenti universitari in accordo con le politiche sociali e l’assessore allo sport del Comune di Roma e tantissime altre idee.

Purtroppo la musica è sempre la stessa: “vai avanti tu per primo”, dicono gli organizzatori, se funziona ti seguo e coi tempi che corrono nessuno rischia di rimanere col cerino acceso in mano.

Buona corsa a tutti su qualunque strada…

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso