Federico Furiani è stato sospeso dal Tribunale Nazionale Antidoping. Il controllo è avvenuto all’indomani della sua vittoria all’ultima edizione della 100 km del Passatore.
Sono state riscontrate le sostanze TESTOSTERONE e BOLDENONE.
Questi steroidi anabolizzanti hanno molti effetti fisici: aumentano la ritenzione di azoto, la sintesi proteica, l’appetito e stimolano il rilascio di eritropoietina nei reni. Favoriscono inoltre la crescita della massa muscolare, la forza e l’energia, migliorando così la competitività nello sport.
Adesso sorge spontanea una domanda: ma chi cazzo te lo ha fatto fare?
Bombarsi così per vincere la 100km del Passatore, una gara che, tutto sommato, non ti cambia la vita, non ti ricopre d’oro. Nel panorama sportivo italiano medio, se chiedi in giro, nessuno la conosce (podisti a parte).
Caro Furiani, ti è arrivata la sospensione cautelare in attesa delle controanalisi. Nel frattempo, hai fatto una figura di merda lunga più di 100 km, e per cosa?
Per sperare di indossare una maglia azzurra? O peggio ancora per fare lo sborone con gli amici al campo?
Hai chiuso la gara in 7:10’58”, rifilando sette minuti e mezzo a Massimo Giacopuzzi, secondo in 7:18.
Fico, eh?
E come ti sei sentito dopo il traguardo? Che sensazione si prova sapendo che stai fregando chi corre dietro di te?
Ecco, queste sono domande che non avranno mai una risposta, ma che ci aiuterebbero a capire. Giustificare il reato sportivo mai, ma capire l’uomo, forse.
Tanto poi, davanti a chi vi chiede perché vi dopate, le eventuali giustificazioni o lacrime di coccodrillo sono sempre le stesse, corredate da frasi come “mi ero infortunato e dovevo accelerare il recupero”, “ero in un periodo mentalmente difficile e mi serviva ripartire con slancio”, “non sono il solo a doparmi”.
Ma poi non sia mai che facciate i nomi di chi vi vende quella roba, chi ve la consiglia, somministra, prescrive, vende, spaccia o passa a “bordo pista”.
E così, tranne pochissimi casi di certo mai passati alla storia, sono rari i casi di dopati che hanno fatto mea culpa raccontando le motivazioni, il vero bisogno di una pratica tanto scorretta quanto pericolosa.
E poi, non sei curioso di sapere se il Passatore lo avresti vinto comunque?
E aggiungo che, se fossi arrivato secondo, per noi che abbiamo corso nella notte su quelle salite, sotto la pioggia, nel caldo o con il freddo del Passo della Colla, saresti stato un grande atleta.
Perché, come sostiene l’amica Tiziana Bini, Dott.ssa in Fisioterapia, specializzata in Biochimica dello sport e in Alimentazione ed Integrazione nello Sportivo: vale la pena mettere a repentaglio la propria salute per provare a guadagnare qualche secondo al km?
La tua performance è sicuramente migliorata con le sostanze, ma il piacere di rispondere a quella domanda con le tue gambe è una ragione di vita anche per noi, che corriamo ogni giorno, ci aiuta a superare ogni ostacolo, anche senza vincere nessuna medaglia.
È proprio vero, come ha affermato Ivan Basso: “Lo sport è vita, ma è ancor più appagante se fatto lealmente, senza scorciatoie, senza inganni. Che senso ha vincere sapendo che hai barato?”