E’ una fredda sera di dicembre del 1990. Siamo a Londra, vicino ad Hyde Park. Due individui stanno litigando fuori dalle loro autovetture.
Uno si chiama Eric Court e fa il tassista, e accusa l’altro di averlo tamponato. La lite tra i due degenera, per difendersi, l’uomo dell’altra auto spruzza sul volto di Eric una bomboletta contenente spray urticante.
Il tassista lo denuncia, ma lui non se ne cura e non sa che in Inghilterra l’uso delle bombolette urticanti è ritenuto illegale.
L’uomo in questione è Bertrand Gachot ed è un pilota di Formula 1.
La sua vita è veloce come un giro in pista e non ha tempo da perdere perchè in testa ha un solo pensiero: trovarsi una vettura con cui correre anche il prossimo campionato.
All’epoca dei fatti Gachot è un giovane che ha la passione per le auto da corsa, ottenendo discreti risultati nelle categorie minori:
1985 campione Formula Ford
1987 2° nella F3 Britannica
1988 5° in F3000 con due secondi posti
Nel 1991, un po’ a sorpresa, viene ingaggiato da un altro eccentrico personaggio: l’irlandese Eddie Jordan, prossimo a osare il grande salto in Formula-1 dopo due stagioni in F3000, condite dalla vittoria del campionato con un rampante Jean Alesi (1989)
GP degli USA 1991, primo Gran Premio della stagione: Gachot porta al debutto la Jordan.
Sembra andare tutto per il meglio, a breve il giovane pilota belga avrebbe corso il Gran Premio del Belgio, in casa.
Gara che si sarebbe svolta il 25 agosto sulla storica pista di Spa-Francorchamps.
Ma qualcosa va storto: dopo ferragosto la giustizia inglese condanna Gachot- per uso illecito di una bomboletta spray, a diciotto mesi di reclusione.
I problemi arrivano anche in casa Jordan, nonostante sia 5^ in classifica. Si vocifera di fatture e forniture non pagate, e pare sempre più concreto il rischio del fermo amministrativo, che significherebbe dire addio alla “Grande Avventura”.
Bisogna trovare il sostituto di Gachot, il Gran Premio è dietro l’angolo.
La notizia dell’arresto passa anche sulla radio tedesca. Ad ascoltarla, anche un manager di piloti, tale Willy Weber, che chiama Jordan e a chiare lettere e gli dice che devono dargli un’opportunità.
Gli propone un giovanotto tedesco di ventidue anni, originario di Kerpen, piccolo paese vicino Colonia, pilota della Mercedes nel Campionato Prototipi, vincitore nel 1990 del Gran Premio di Macao (Formula-3).
E’ il 21 agosto: il ragazzo, in tre giri, fa il record della pista per la Jordan senza mai spingere oltre il limite e senza provocare danni sulla macchina. Tutti si chiedono da dove sia saltato fuori, lascia tutti sbalorditi…
E’ il giorno del Gran Premio del Belgio: quando scatta il verde, quel ragazzo rilascia troppo bruscamente la frizione, che lo abbandona nella discesa verso l’Eau Rouge.
Si chiama Michael Schumacher e nella Formula uno scriverà pagine di storia.
Gachot, quando esce di prigione, non è più lo stesso; riprende a correre, ma psicologicamente qualcosa in lui è cambiato.
Oggi Gachot vive negli Stati Uniti e fa l’imprenditore. Ha un’azienda di bevande energetiche presente in Formula-1 come sponsor della Force India ed un figlio, Louis, che nel 2016 ha corso nella F4 tedesca con il team di Ralf Schumacher, fratello di Michael.
Ci sono uomini che nello sport, per caso o per uno strano volere del destino, hanno cambiato la storia anche senza aver conquistato vittorie.