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di Madrid
iscrizione a Twitter nel 2010
29780 Tweet al suo account
Questa è la storia di un uomo di 46 anni, scoperta per caso su Twitter…un esperto di atletica, o almeno così sembra. Ti incuriosiscono quei numeri estremamente precisi, le date, fotografie e video d’epoca che solo una persona di una certa cultura sportiva può possedere.. un giornalista ti viene da pensare… vive in Spagna a Madrid è presente su Twitter dal 2010 nome di battesimo Joaquin Carmona
Lo possiamo definire un’enciclopedia dell’atletica leggera. Il più saggio tra quelli che seguono questo sport. Il referente, e nel contempo un mistero.
Un mistero che dura da molti anni, che va dalla bocca all’orecchio senza che nessuno sappia nulla:
“Sai per caso chi è Joaquín Carmona?”
La gente dell’atletica leggera si è sempre chiesta, affascinata dai contributi di quell’impeccabile tweeter, infallibile, compagno discreto, qualcuno che twitta i dati in modo asettico, senza commentare, senza polemizzare.
Solo figure.
“Non ne abbiamo idea”, così hanno risposto tutti.
Durante il lockdown improvvisamente non si hanno più notizie è scomparso dalle reti. Né un tweet né un dato sono emersi dal suo profilo. C’è stato silenzio.
E dopo il silenzio, i sospetti.
“Nessuna notizia di @ jokin4318. Qualcuno sa qualcosa?”- Iniziano a commentare sulle reti.
Nessuno. Alcuni temevano il peggio.
Forse il Coronavirus …
Iniziano le ricerche.. un giornalista Alfredo Varona, cronista atletico a La Bolsa Del Corredor (LBDC), ha lanciato un messaggio nelle reti e ha trovato la risposta a Torino. Un uomo di Madrid che ora viveva in Italia gli ha inviato un messaggio privato:
“So chi è @jokin4318.”
-E bene? chiede Varona.
“Qualche tempo fa, l’ho incontrato in una biblioteca nel quartiere di Arganzuela. A proposito: “Se lo vedi, digli di smettere di dormire per strada …”
Si avete capito bene Joaquìn è un senza tetto ed è tutto tranne che un giornalista sportivo impegnato a fare il suo lavoro su Twitter. Joaquin Carmona vive in un parco, dorme su un vecchio materasso, possiede qualche cartone e uno zaino, oltre a tre libri presi in prestito da una biblioteca.
Ma ha anche un vecchio computer portatile, l’unico oggetto sopravvissuto di una vita precedente, sparita da parecchio tempo. Insomma, uno dei più importanti esperti di atletica leggera su Twitter della Spagna è un senzatetto.
“Twitter è una terapia che mi permette di alleggerire tutto ciò. E mi permette di scrivere di una delle mie più grandi passioni, l’atletica leggera. Una passione nata quasi trent’anni fa quando ho visto vincere Kratochvilova negli 800 metri alla Coppa del Mondo di Helsinki del 1983 mentre ero in vacanza a Los Alcázares”
Ecco svelato il mistero, ma chi era questo ragazzo con il nastro rosso tra i capelli nella sua vita precedente?
“Vengo da una famiglia distrutta. Mio padre era un alcolizzato. Non è stato uno di quelli che ti portano a scuola in auto. Ho scoperto Jarmila Kratochvilova in Coppa del Mondo 1983, in televisione. Volevo essere un atleta ma non mi adattavo al gruppo della mia città o di Bilbao, a 13 chilometri di distanza. Ho dovuto pagare 60 pesetas, per entrare in pista. Non li avevo. Ho avuto poca fortuna nella vita, professionalmente ed emotivamente. E ora sono per strada. Immagino che sia successo tutto questo perché non mi sono mai lamentato. Non penso né chiedo nulla. Ho capito, ma penso che il mondo non dovrebbe essere così. Ho passato anni andando nelle biblioteche; c’è sempre qualche storia da raccontare
Ho studiato fino al 3 ° ero uno studente eccezionale. Sono sempre stato bravo con i numeri, per questo i miei tweet sono statistici. Ma non ho una formazione universitaria. Perché nessuno mi avrebbe pagato il college e non avevo alcun motivo di provarci.
In città (Zamudio) non c’era lavoro e quindi sono andato a Madrid. Ho iniziato a dormire alla stazione non avevo abbastanza soldi e poi sono andato in una stanza più centrale di Atocha. Ho avuto dieci piccoli lavori. In uno di essi mi hanno offerto un contratto con un rivenditore. Ho tenuto i libri paga, ma la società fallì e io misi su un chiosco di gelati.
Il chiosco era vicino al Santiago Bernabeu. Ho lavorato molto. Ma era vicino a una chiesa e il consiglio comunale me lo chiuse. E lì ho affondato.
Un sacco di cose si sono unite. Il chiosco, i problemi nel mio appartamento, i problemi sentimentali … Non mi sono rifatto e questa è la mia vita.”
I suoi tweet sono di infinita conoscenza ve lo assicuro, c’è solo da imparare.
Quest’uomo ha passato anni in biblioteca a documentarsi e soprattutto per ricaricare il suo computer portatile quello che gli permette di condividere la sua passione con il mondo ed ecco il mistero della sua sparizione improvvisa: le biblioteche in questi mesi sono state chiuse e ricaricare il pc era impossibile.
“Leggo, scrivo storie, mi piace aiutare. C’è sempre qualcosa da dire. Tutti mi dicono che ho un livello di ricercatore. Vediamo cosa viene fuori da tutto questo. So che ora stanno cercando di aiutarmi, che qualcuno sta valutando la possibilità di offrirmi qualcosa di legato all’atletica. Sapere che posso intrattenere le persone su Twitter mi porta a pensare che, nonostante tutto, sto facendo qualcosa di giusto”.
Agli angoli delle strade, sotto a fogli di giornale stropicciati e vecchi, a quei cartoni e materassi sporchi, ai margini delle città battono cuori pieni di passioni a volte spente a volte accese e spesso, nel silenzio per scelta o per destino in cerca di qualche spicciolo, un pezzo di pane e un briciolo di dignità ci sono storie piene di vita e storie che potrebbero insegnarci molto…
Grazie Joaquín Carmona
Dominga Scalisi