L’importanza del pettorale in gara

Qualche anno fa, alla maratona di Parigi, dopo aver ritirato il pettorale all’expo e tornato in albergo, mi accorsi che nel pacco gara avevano dimenticato di mettere le spille per fissarlo.

La gara si sarebbe corsa l’indomani e di conseguenza passai il pomeriggio alla ricerca delle “épingles de sûreté”, distorto, in un francese maccheronico, in “epingle de nuret” ed è da allora che i casa chiamiamo così le spille da balia.

Nei giorni scorsi il New York Times ha pubblicato un articolo dove si chiedeva:

“Perché i runner corrono ancora con il pettorale spillato sulle magliette?”

Se a quella maratona di Parigi, invece di dover appendere il numero sul petto, avessi avuto un braccialetto con il trasponder per misurare il real time cosa sarebbe cambiato oltre al fatto di non dover andare a cercare una merceria nel secondo arrondissement della città…?

I pettorali reggono il tag per la misura del tempo reale dalla partenza all’arrivo, sono perfetti per la stampa degli sponsor di turno. Sono onnipresenti, nelle gare di atletica leggera, dalle Olimpiadi alle maratone su strada di tutto il mondo, fino alla gare di trail in natura.

Aiutano a identificare i corridori, con il nome scritto sopra, e sapete quanto sia bello sentirsi chiamare dal pubblico in gara.

Il running ha passato tante stagioni, è cambiato nelle mode e nei modi di approcciarlo. Sul mercato siamo passati dal cotone ai tessuti perfetti, a materiali inovativi, scarpe fantatiche per correre gare in tempi incredibili.

Tutto è cambiato ma il pettorale no.

Simbolo di uno sport, al pari della maglia di un calciatore di serie A, non c’è maratoneta che non l’abbia fotografato almeno una volta per raccontare la storia di una gara, dalle più blasonate alle corse di paese.

Molti corridori professionisti, d’altro canto, si chiedono perché sono appesantiti da un grande pezzo di carta attaccato ai loro abiti high-tech per il giorno della gara.

Quanti aspetti dietro un pezzo di carta, tecnologici, emozionali, storici, commerciali.

“i pettorali fanno parte dello sport”.

C’è chi li colleziona tutti, chi ci fa l’albero di Natale e chi ci tappezza intere pareti in casa.

I pettorali svolgono un ruolo familiare nel rituale del giorno della gara di un corridore. Dopo una maratona, molti atleti, anche quelli d’élite, portano a casa i pettorali come souvenir.

Pensate al rituale del ritiro pettorali, momento aggregante prima di una maratona, dove si condividono le speranze e le paure prima di un gran giorno per poi sdrammatizzare con una foto di gruppo con il pettorale in bella mostra.

Hanno provato a farli indossare in modo diverso, con dei bottoni, con i porta pettorali da triatleta, anche con una parte adesiva da appiccicare sulla maglia.

Insomma tutto cambia ma certe cose resteranno immutate, come quelle 4 spille ai lati di un pettorale che cela un lavoro enorme proprio come il rovescio di una medaglia alle Olimpiadi.

piergiorgio conti pettorali
I 19 pettorali delle New York City Marathon corse da Piergiorgio
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso