Le strade di Roma sono tornate alla loro normalità, che poi “normalità” non sempre è sinonimo di miglioramento, anzi.
Dal punto di vista sociale abbiamo ripreso abitudini che seppur scomode non vogliamo abbandonare.
Dal punto di vista comunicativo si fa fatica a far passare il messaggio che siamo noi il cambiamento prima ancora delle infrastrutture, serve coraggio e un tempo diverso per vivere la giornata, ma è difficile si sa.
La stessa considerazione l’ho fatta domenica alla Run Rome The Marathon mentre correvo e guardavo le strade di Roma.
Una maratona dove abbiamo corso bene, un percorso enorme, su una infinità di strade, mai ripercorse più di una volta.
Questo spiegamento di km su una città ne danno la misura della vastità delle strade di Roma: dalla Basilica di San Paolo, alla Moschea è un viaggio lunghissimo con qualsiasi mezzo.
Dopo due anni di covid il bilancio complessivo lo abbiamo misurato anche in termini di partecipazione del pubblico lungo il percorso.
Tolti i passaggi più entusiasmanti del centro il resto è stato davvero sotto tono.
Non vogliamo accusare nessuno, non vogliamo trovare colpevoli ci mancherebbe, riprendere a vivere la città dal punto di vista podistico non è stato facile.
Con un calendario dove, in 24 mesi, abbiamo fatto meno di 10 gare ha allontanato il pubblico dalle manifestazioni sportive di strada, ha isolato il running in uno sport non più di piazza, se lo vogliamo vedere come evento partecipato e partecipante a 360 gradi.
Le parti “lontane” del percorso erano più vuote del solito, ma anche in quartieri centrali come Prati non avevano il calore tipico dei romani. Tanti stranieri in centro, ma poi il resto erano di fatto parenti e amici di chi correva.
Il pubblico, quello cittadino, non lo abbiamo visto sulle strade di Roma per come eravamo abituati .
Quanto tempo ci vorrà per riannodare la trama della maratona con la città non lo sappiamo, ma di certo non sarà facile.
Da parte degli organizzatori forse potevano coinvolgere di più le squadre romane e queste in primis potevano fare la differenza impegnandosi nei punti più lontani dal centro a supporto dei loro atelti e di tutti i partecipanti.
Gruppi musicali, dj set, bande regionali, street dancer, scuole di musica popolare, artisti di strada, musica etnica, quanti se ne sarebbero potuti coinvolgere per coprire tutto il tracciato?
Speriamo che la semina di queste due edizioni 2021/2022 seppur sotto tono, serva a stimolare nuove campagne cittadine volte alla partecipazione.
Vorremmo che l’Amminstrazione agevoli gli organizzatori più virtuosi a recuperare quote di mercato.
Siamo certi sul fatto che nessuno pensava che sarebbe stato facile ripartire, ma da maratoneti siamo consapevoli che nulla è impossibile.