Le preoccupazioni della moglie del podista!

La mattina di una gara in una trasferta importante la tensione è sempre alle stelle, in particolare per chi accompagna il runner di casa.

Lo si percepisce già dalle prime ore quanta abnegazione e sacrificio ci sono per sostenere l’ennesima impresa su un tracciato impegnativo.

Il motivo dell’apprensione sportiva domestica si palesa nella chat di famiglia con una domanda che non lascia incertezze:

Quanto cavolo ci farà aspettare papà questa volta?

Sì perché la vita dei parenti che aspettano un podista è un insieme di drammi che si consumano per ogni minuto, per ogni ora che passano effettivi rispetto alla previsione di arrivo che aveva fatto l’indomito podista di casa…

Eppure lui era stato così entusiasta di fare ancora una trasferta, una gara “impegnativa sì ma non impossibile” aveva commentato tutto tronfio una sera a cena con relativa disattenzione di tutti.

Ma chi aspetta ormai ha perso ogni speranza e sa bene che preoccuparsi, per l’ulteriore ritardo, è tutta fatica sprecata.

Lui, invece, sostanzialmente se ne frega e in preda a una sbornia endorfinica sta già alla partenza con largo anticipo che parla con tutti.


Incontrando vecchie glorie e nuovi amici con cui pontifica cose a vanvera.

Poco prima dello start si spara certi selfoni che manco a 12 anni e diciamocela tutta, alla sua età sono quanto meno fuori luogo.

È così agitato da aver già consumato il carico glicemico fatto la sera prima al ristorante “acqua e sale” insieme a tutta la ciurma del podismo partenopeo.

Per non parlare del gruppetto di amici della chat che ormai non sa più che fare.

Sanno bene che il check point del 25km di qualsiasi maratona è il punto di non ritorno tra una gara da buttare e l’incertezza su come tornerà  a casa dopo la gara.

Il beota con canotta e pantaloncini, mentre corre è isolato dal resto del mondo e si gode il paesaggio, la sua andatura che ti farebbe incazzare anche solo a vederlo, figurati a correrla.

Lui si vanta della sua corsa senza fatica.

Si ferma, beve, parla, commenta, si loda della carriera da giornalista sportivo d’altri tempi e si fa le foto, foto su foto che mettono ogni volta un pezzo di tempo in più tra lui, il traguardo e i parenti che ormai annoiati aspettano senza più speranze.

I familiari, presi dallo sconforto, ci vogliono vedere chiaro perché tanto lo sanno che a casa ci torna, e che le sue premesse di una gara facile erano una bugia.

Così ecco il percorso e il dislivello altimetrico.

Ora hanno capito tutto e con pazienza, aspettano.

Ma per fortuna, dopo tutto il tempo del mondo eccolo all’orizzonte sulla tirata finale. Ride, ride ancora, ma che si ride che s’è fatto pomeriggio.

I parenti fingono ilarità, applaudono con impazienza visto che è saltata la prenotazione al ristorante e come da copione li farà scappare dall’albergo per non perdere le 4 coincidenza per tornare a casa.

Quanta fatica e sana pazienza ci vuole per correre.

Perché il Running è un microcosmo di manie, abitudini, sane follie esattamente come la vita di tutti i giorni solo che praticare la corsa fa bene a tutti.

E ricordando il grande campione Marco Olmo quando gli chiesero se la moglie fosse contenta di seguirlo nelle gare, lui rispose “…sarebbe stato peggio se avessi ogni domenica il vizio del bingo

Ci vediamo alla prossima trasferta, con calma e con pazienza.

Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso