Le costole non dimenticano (purtroppo)  

Qualcuno sa che, in una caduta accidentale, ho avuto il piacere di fratturarmi (ben) 9 costole, stabilendo – al momento – un paio di record ancora non superati.

Al CTO del San Giovanni, hanno provato a convincermi che non poteva essere vero, e che le mie affermazioni erano il probabile frutto della confusione mentale conseguenza del trauma. I casi, statistiche alla mano, potevano essere, ragionevolmente, i seguenti tre. Ero caduto dal terrazzo (spinto da qualcuno); picchiato da tifosi della Roma, con delle spranghe di ferro e, infine, investito da una poco amorevole compattatrice della nettezza urbana. In tutte le predette situazioni, le risultanze radiografiche sarebbero state identiche alle mie.

Nel peggio, però, c’era una consolazione (ed il secondo record) ossia la circostanza, molto rara, che nonostante l’alto numero di frammenti ossei non mi fossi perforato i polmoni.

Da questa situazione ho appreso che la cassa toracica (nei celiferi come me) non è così rigida come si crede e che il torace non viene ingessato, con la conseguenza che le costole – con mooltaa pazienza – si (ri)saldano da sole, acquisendo, per forza di cose, una forma diversa da quella originaria.

Tutta questa premessa medica per farvi sapere quale sia un effetto successivo alla “ricostruzione” ossea: appena l’umidità si fa sentire, la avverto un pochino prima dei non ex-fratturati.

Dicesi “effetto Giuliacci” la sindrome in cui un vecchio paralitico è in grado di predire con esattezza se arriverà la pioggia.

Quello che sembra un risparmio sull’abbonamento a “Ilmeteo.it” si trasforma in una iattura quando si corre perché l’organismo sembra “attrarre” l’umidità, sia essa quella esterna che quella provocata dal sudore. L’effetto è lo stesso: si avverte un “fastidio” che non si riesce a definire compiutamente. Non so, quindi, mai come debba vestirmi. Se troppo leggero funziono come un foglio di “scottex casa” lasciato sul lavello della cucina; se troppo pesante, sono identico all’infiltrazione di acqua provocata dalla rottura delle tubature del bagno di quello che abita sopra di voi.

Di conseguenza, effettuo una scelta dell’abbigliamento che è più complicata della gestione dei ministri da parte della Meloni, a cominciare dalla lunghezza della gara che incide, non poco, sull’aspettativa di “umidità”.

L’ultima maglietta che ha incontrato il mio favore è stata un regalo da parte di un caro amico che me l’ha portata da Valencia. In terra spagnola, la New Balance mette a disposizione una maglietta non solo con una eccellente “traforatura”, ma pure più lunga nella parte posteriore. Dovrebbero scriverci sopra “a prova di ex fratturati”. Dato che suonerebbe un pochino iettatorio hanno soprasseduto, ma questo non significa che la maglietta non riduca sensibilmente l’”Effetto Giuliacci”.

Con la bella stagione è tutto più “secco” e pure le ossa mostrano evidenti segni di apprezzamento. Ma, per il momento, occorre avere pazienza ed aspettare tempi migliori (in tutti i sensi). Cosa non si fa per correre…

 

[Nella foto come mi sento con l’umidità]

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.