La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi, diceva John Lennon.
Una rilettura fatta da un runnner potrebbe essere che se il tuo fine è raggiungere un traguardo, non dimenticare di assaporare ogni momento necessario per arrivare alla linea di arrivo.
Perché la maratona è solo un segno rosso sul calendario, l’aspettativa di un tempo finale. Nel mezzo ci sono settimane di impegni e condivisione. Gli sfoghi per gli allenamenti saltati per i mille incastri a cui, purtroppo, non puoi sottrarti.
I sogni e le speranze che si avvereranno o meno quel giorno. Nel frattempo ci sei tu, concentrato e oscillante in ogni attimo in cui riesci a dare il meglio o il peggio in mezzo agli altri.
Malgrado tutto senti già che dopo il traguardo tanto agognato la fatica un giorno ti mancherà.
Se andrà bene, avrai prima un crollo, come dopo ogni giornata speciale, ma subito arriverà di nuovo la fame per capire cosa puoi fare ancora.
Se andrà male, avrai bisogno di ripartire, la pausa sarà breve, l’analisi fredda e distaccata, la reazione una sola: tra un mese ci riprovo.
Quando manca poco alla gara non pensi al traguardo, sembra un fronzolo, un fine che rende unici i mezzi che stai azionando, la scusa per metterti in gioco.
Il pensiero che anticipa ogni seduta di allenamento è sul dopo, e così, per non sentire la noia di un lavoro senza un immediato rimborso, ti vai a mettere in una zona di confort fatta di ciò che farai in una bella domenica mattina di settembre, di pensieri semplici e di un cestino dove butterai i file dei lavori in pista.
La strada fatta per arrivare fino quel traguardo è stata bellissima, accesa ed esaltante, non resta che correrla ancora un po’, aspettando il pallino rosso in calendario.