LA STRADA È LA NOSTRA VITA

La strada è la compagna fedele di ogni runner. È maestra e guida, è severa quando è in salita e gentile quando ci porta davanti a un tramonto d’estate.

Consapevoli che non possiamo mentirle, la viviamo serenamente in un rapporto simbiotico e necessario per stare bene con noi stessi, correndo.

Poi però succede che la strada diventa centro di dolore, pericolo e insicurezze.

Anche quando attiviamo i segnali a difesa della nostra corsa, la vita ci dice che non basta.

Sulle strade italiane dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 sono morti 271 pedoni una media di 22 al mese, uno ogni 32 ore.

Sono le stime preliminari elaborate dall'”Osservatorio Pedoni” dell’Asaps, Associazione sostenitori e amici polizia stradale: si tratta di dati che “non comprendono i decessi avvenuti in ospedali a distanza di tempo – spiegano gli autori del report.

“Strade killer” le chiamano spesso sui giornali, ma a noi questa definizione non piace, offende il concetto di strada di milioni di Runner.

Per noi è un luogo di formazione atletica, relazionale con altri runner e chiamarla “killer” la rende un luogo ancora più insicuro.

Se proprio dobbiamo trovare un responsabile lo sappiamo tutti chi è.

In un gioco delle parti che coinvolge chiunque, quel killer rischiamo di essere noi quando siamo su 4 ruote, protetti e sordi ai segnali di pericolo dei pedoni.

Un ruolo che conosciamo bene in cui rischiamo di dimenticare come è la vita dall’altra parte del parabrezza.

Matilde stava correndo in luogo di vacanza, stava facendo quello che ci rende più uguali tra la nostra gente.

Stava correndo per vivere bene, amarsi e amare la sua strada.

Non ce lo dobbiamo scordare che quando usciamo a correre, i rischi non cambiano e forse sono aumentati, perché ci sarà sempre un cellulare a distrarre la guida di una automobilista, una cunetta dietro a cui il rischio è nascosto.

Matilde non era sola, e con tutta l’esperienza che aveva non si sarebbe mai esposta a un pericolo inutile.

Amava correre e lo stava facendo accanto a chi amava.

Siamo tutti in pericolo, chi corre e chi ci aspetta poco più avanti.

Siamo tutti dentro a una roulette con una arma fatta di plastica e lamiere, con fari spianati e paraurti rinforzati.

22 morti al mese è una guerra silenziosa che cancella interi mondi.
Uomini e donne con il nostro nome, le nostre passioni, i nostri bisogni.

Io non lo so come se ne viene fuori da tutto questo casino.

Le ragioni di tanti drammi sono la distrazione, il telefono, la fretta, vite tese, preoccupate di correre e tutta velocità per unire il punto A e il punto B e in mezzo non devono avere intralci, soste, impedimenti, non deve esserci nessuno a fermare la loro folle corsa.

State attenti quando correte, quando pedalate, state attenti quando guidate, quando vivete le strade con le vostre passioni, perché lì fuori ci sono tanti che non pensano, non reagiscono, sono accecati dal loro mondo che purtroppo si scontra con il nostro, uccidendoci.

Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso