La nascita di una Nuova Specie: il Kilometraro

In Italia, come in tutto il mondo occidentale, si tende ad essere sempre più attenti alla qualità della vita. Da qui la necessità di studiare nuove specie “umane”, con l’aiuto della ricerca.

Dalle specie “selvatiche” resistenti a tutto, si è raggiunto un fantastico “equilibrio” di convivenza e sopportazione, lasciandosi dietro tutte le altre più deboli, attraverso una selezione naturale.

Le ricerche quotidiane, hanno dato vita ad una generazione umana “Autoctona”. Propria del territorio in cui vive. Che ama stare in solitaria. E che non condivide molto, soprattutto i segreti del proprio corpo e delle sue evoluzioni.

Questa specie è veloce, furba, affamata di vittorie personali. Ci tiene ad essere sempre al massimo delle sue capacità. Sono riconoscibili a colpo d’occhio.

Per chi di voi non ne avesse ancora avuto un incontro ravvicinato eccovi le caratteristiche principali:

-Super veloci.

-Abitudinari.

-Socializzano lo stretto necessario.

-Timidi, quasi schivi, anche con se stessi.

-Molto critici.

-Pretendono molto dal loro corpo, anche in età adulta.

-Mangiano come degli uccellini, e solo cose “sane”, senza grassi aggiunti (una vita triste di sicuro).

-Sudano pochissimo, e profumano talvolta. Sanno di sapone di Marsiglia.

-Sono furbi in quanto scelgono i percorsi migliori per le loro più alte prestazioni.

-Vogliono essere vincenti. Ce l’hanno scritto in fronte.

Come da elenco sopra, la loro principale caratteristica, è la velocità. Con le loro zampette secche e muscolose fanno tanti, tantissimi chilometri.

Con una certa naturalezza che tu che li guardi pensi non facciano alcuno sforzo, e subito ti gasi e dici “Che ce vò?

Li sò fare pure io ‘sti chilometri a ‘stà velocità”, tanto da metterti subito all’opera e dopo nemmeno cinquecento metri, strisci con la lingua di fuori e dici “C’è qualcosa che non va…!”

Bene, dette le caratteristiche principali di questa nuova specie, che solitamente è stato provato essere quasi sempre del genere Maschile (ci sono degli esemplari Femmina, ma stanno avanti anni luce, si sà sta cosa no?).

Vi racconto il mio primo momento dal vivo con questa categoria, che dai più attenti ricercatori, è stata chiamata “Kilometraro”.

Era un giorno di pieno sole della scorsa estate, io praticavo da pochissimi giorni la corsa, in preda a sudori e voglia di dimagrire all’istante.

Mi trovavo di fianco ad un lago, un bel lago, nelle vicinanze di Roma, che ti invoglia con 40° all’ombra a tuffarti all’istante pur non vedendo il fondo.

Assorta nei miei pensieri più convinti, vedo questo esemplare nuovo e longilineo venirmi incontro, con due fanali blu al posto degli occhi (altra caratteristica principale del Kilometraro da che lo dicono le statistiche).

Beh potrete immaginare lo stupore mio e di tutti. Addirittura parlava anche, con suoni quasi chiari e comprensibili. Raccontava di un certo mare vicino Roma. Dove altri esemplari si erano radunati per rinfrescarsi.

Ho colto subito l’occasione per vederlo da vicino. Ne ero così incuriosita che di certo non potevo farmi sfuggire tale situazione rara e significativa.

Ho bloccato le mie gambe prosciuttate, ed ho aperto bocca con quel poco fiato rimastomi.

 “Anche io pant pant, mi raduno vicino a quel come si chiama, ah sì mare, sono mesi che faccio il bagno lì vicino”.

 

Non potevo di certo immaginare che da quel momento in poi, innocentemente, avrei stretto amicizia con tale Maschio Kilometraro, che ne avrei anche carpito giornalmente i segreti e i difetti, aiutando la ricerca di questa nuova specie.

E’ stato da lì che ho iniziato a mutare anche io. Nel senso che vedendolo passare di fianco con naturalezza e senza sudore, con questo buon profumo di pulito, correre veloce, sorridente, e soprattutto volenteroso, io piccola palla di grasso e pigra come pochi, ho iniziato a spronarmi per cercare di non morire dopo un solo chilometro di corsa.

E anche per cercare di non vederlo solo sfrecciare di fianco a me.

I mesi sono passati e ora è un mio grande amico questo kilometraro, amico di corse, di lago, di mangiate e bevute e di santuari. Gli voglio un gran bene. Guai a chi me lo tocca. Ho imparato a stargli accanto, con affetto e dedizione, teneramente, come si fa con un cucciolo appena nato. E trovo che lui stia migliorando: è più aperto, disponibile, ancora più sorridente ed equilibrato. E cosa più bella stando con me a volte mangia, beve ed esce dalla sua tana facendo pure tardi. Vede la sera calare, stupendosi.

Ad oggi posso confermare che questa specie è in aumento. Che è presente in un numero più che onorevole in Italia, e in tutta la parte Occidentale del mondo.

Li riconosco facilmente ora e spero che con questo mio articolo da oggi anche Voi possiate incontrarne uno. Avvicinatevi con pazienza, con fiducia e amore. Non mordono e non sono cattivi.

Sono solo chiusi in se stessi, nel loro mondo di abitudini e regole. Hanno magliette colorate delle varie gare a cui si sono iscritti convinti di vincerle.

Se riuscirete ad avvicinarne un esemplare, chiedete loro di farvi mostrare una foto (che certamente avrà) dei suoi trofei e delle sue svariate medaglie, delle lonze, dei formaggi, dei vini vinti nella propria categoria, e poi fatevi un Selfie assieme, diventerà docile in un attimo.

Perché è solo da lì che potrete affermare:

“ne ho incontrato uno anche io di Kilometraro!”

E magari poter scoprire di essere anche voi “uno della nuova specie.

Rita Migliaccio

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso