La Maratona di Firenze è più di ogni altra gara quella che meglio rappresenta noi appassionati di podismo tricolore, perché è una gara dal sapore di provincia ma dal respiro internazionale.
Il tracciato è così pieno di bellezze paesaggistiche e storiche che potrebbe essere la cartolina dell’italiano che corre.
La maratona di Firenze è una gara che ti fa sentire a casa anche se vieni da Marzamemi.
Perché partenza e arrivo nel cuore della città, in piazza Duomo e si sviluppa tra i suoi ventricoli, dove scorre da secoli il sangue di una cultura che ha gettato le basi per il bello nel mondo.
Perché come dico da sempre il rinascimento italiano non è stata una botta di culo ma ci sono voluti uomini e idee che solo qui si potevano formare.
Così quando sei in attesa dello start e ti guardi intorno non sentì più fatiche e preoccupazioni di ciò che andrai a fare. Per un momento sei rapito dai palazzi che seraficamente ti stanno a guardare.
Senti ogni preghiera che altri prima di te vi hanno lasciato appesa a quei mattoni di bugnato e irregolari dei suoi palazzi, percepisci le speranze e la voglia di correre di chi sta appiccicato al tuo fianco.
Che sia stata per 100km o per una storia d’amore nata è finita su quel pavé, Firenze è testimone da sempre delle nostre passioni.
Correre la sua maratona è credere anche solo per un momento che saranno meno di 42195 metri ma solo perché la città è grande come un quartiere di Roma o la lunghezza di una avenue americana.
Ma poi quando entri nelle Cascine e inizi a girare per i suoi viali ti accorgi che il Central Park in fondo non che è un giardino come tanti, solo più grande.
Che quando scorri accanto all’Arno senti tutti i sacrifici di una città per contenerlo e farne tesoro in mille anni di storia.
Poi c’è lui, quel Ponte Vecchio che sa di presepe e bottega antica, che quando ci corri sopra ti immagini uomini con cappa e spada correre via per un duello d’amore.
Ecco la Maratona di Firenze è una disputa d’amore, vera e ad ogni suo incrocio.
Buona Maratona di Firenze a tutti.