La malattia dell’ostrica e del maratoneta

Essere un runner

Sabato 29 marzo, ho partecipato alla presentazione del libro scritto da di Claudio Morici, edito da Fandango Libri – intitolato La malattia dell’ostrica.

Lo spazio era quello della Pizzeria di Quartiere in zona via di Pietralata, un quartiere cresciuto, cambiato e animato da tante realtà della ristorazione e non solo che ne hanno migliorato lo sfondo e la realtà di chi lo vive.

Ogni sabato mattina, sotto la regia organizzativa di Olimpia Camilli – da dicembre a giugno, lo spazio si presta a presentazioni di libri, espositori con i loro prodotti, cibo e musica…

Foto da Puntatellarossa.it

Claudio, laureato in psicologia e conosciuto anche come scrittore, attore teatrale e videomaker, è una figura eclettica.

Tra le sue passioni c’è anche la corsa, che la pratica per mantenere il benessere fisico e mentale, anche se, come per molti di noi è diventata una dipendenza, “un giorno senza correre anche solo 20 minuti non se ne parla” mi ha confessato a margine della presentazione.

Il libro di Morici si sviluppa a partire dall’idea del filosofo Karl Jaspers sulla cosiddetta “malattia dell’ostrica”. Noi ammiriamo la perla, il prodotto finale, ma ci dimentichiamo spesso che la perla stessa è il risultato di una sofferenza. È la reazione a un’irritazione, a una ferita. Ed è proprio questo il tema centrale del libro: la tendenza umana a concentrarsi solo sulla bellezza del risultato, ignorando il dolore e il tormento che l’hanno generato.

Il libro ci porta attraverso la vita di grandi autori, come Cesare Pavese, morto suicida dopo essersi imbottito di farmaci in una squallida stanza d’albergo a Torino, o Emilio Salgari, che si tolse la vita sventrandosi con un coltello da cucina. Viene evocata anche la follia psicotica di Dino Campana, la paranoia di Carlo Emilio Gadda, il narcisismo di Gabriele D’Annunzio. Perfino Giovanni Pascoli, il poeta del “fanciullino”, è morto di cirrosi epatica, vittima del suo alcolismo cronico.

La malattia dell’ostrica

Quanti conoscono veramente queste storie? Perché tendiamo a nascondere la malattia che produce la perla? E soprattutto, perché nonostante questa consapevolezza, continuiamo a trovare conforto nei libri, andando in libreria quando ci sentiamo male?

Morici solleva queste domande in modo provocatorio, confrontando la vita tormentata di tanti autori con la nostra stessa esistenza. In particolare, si interroga sul perché, anche di fronte alla consapevolezza del dolore, troviamo rifugio proprio nelle opere di chi ha sofferto. Attraverso le biografie di questi scrittori, Claudio esplora il disagio umano, ma anche la resilienza e la capacità di trasformare la sofferenza in qualcosa di prezioso.

Un parallelo affascinante emerge tra la vita degli scrittori e quella dei maratoneti.

Morici, lui stesso appassionato di corsa, osserva come anche la maratona possa essere una metafora per l’incompiutezza che molti avvertono nella società.

Foto – Run Rome The Marathon

Correre diventa una sorta di antidoto alla sensazione di alienazione, un modo per riconnettersi con se stessi attraverso la fatica fisica e la disciplina. Esattamente come gli scrittori affrontano la loro “malattia” creando opere straordinarie, i maratoneti usano la corsa come un modo per ristabilire una connessione più autentica con la propria identità.

Nonostante tutto, Claudio ci mostra come proprio quei “geniacci” che hanno prodotto perle letterarie abbiano contribuito a salvare la sua vita e, indirettamente, quella di milioni di persone.

La loro sofferenza ha generato bellezza, e anche se spesso cerchiamo di nasconderla, non possiamo ignorare il valore terapeutico della letteratura. È un percorso che, in qualche modo, ci permette di affrontare le nostre stesse difficoltà, riconoscendo la nostra fragilità e trovando conforto in quelle parole che, nonostante il dolore che le ha generate, continuano a risuonare dentro di noi.

In fondo, forse è vero che gli scrittori ci salvano la vita. Così come lo fanno, in un certo senso, anche le maratone.

Ascoltate il bellissimo podcast prodotto da Fandango Podcast tratto dell’omonimo libro

“La malattia dell’ostrica”

 

Olimpia Camilli e Claudio Morici durante la presentazione dei sabato 29 marzo
Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso