La forza di una passione sotto la matita

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Ho conosciuto Stefano Greco (in primo piano nella cover foto) grazie ad un amico comune che commentava un suo lavoro su Facebook. A prima vista non avevo capito, mi sembrava ovvio che su un social network ci fosse una foto, uno scatto in bianco e nero.

Ma poi leggendo i commenti e andando a vedere gli album già pubblicati da Stefano tutto era chiaro. Stefano disegna a matita i suoi primi piani. E come ha detto il nostro amico in comune

“Stefano sa mettere in ogni disegno un po’ della vitalità del soggetto che ritrae, come se di quel personaggio riuscisse a sintetizzarne parte delle gesta.”

Una forma iper realisica di espressione che rivela tutta la voglia di raccontare di trasmettere una passione bellissima.

Quella che pubblichiamo è la sua storia e i suoi lavori.

Già da piccolissimo vivevo tra pennelli, creta e porcellane. Se mi chiedessero quale odore mi faccia pensare al passato, risponderei senza ombra di dubbio l’odore dei colori che mia madre usava per dipingere le ceramiche.

Ricordo ancora le giornate passate dietro al bancone del piccolo negozio di artigianato, a guardarla dipingere: indagavo i suoi gesti, quasi religiosamente, e mi sforzavo di riprodurne la perfezione sul cartoncino verde del negozio.

La scelta del Liceo artistico è stata pertanto inevitabile.

Lì ho imparato le tecniche che permettono di rappresentare la realtà nel modo più veritiero possibile.

Pino Daniele e la matita di Stefano

La vita, poi, mi ha portato in altre direzioni: ho iniziato a studiare pianoforte al Conservatorio, concentrandomi anima e corpo sulla musica e accantonando l’iniziale passione per il disegno.

In pochi isolati momenti, anche durante gli anni della ricerca musicale ho cercato il conforto della matita. Ne sono venuti fuori alcuni ritratti, gli ultimi prima di abbandonare per molti anni la mia inclinazione a riprodurre la realtà.

Non so dire cosa costringa per così tanto tempo le nostre passioni al silenzio. Non so quali moti dell’anima interrompano il flusso dell’ispirazione, quali meccanismi insondabili limitino il nostro bisogno di espressione. Ma spesso l’arte si ferma, resta lì in un angolo di noi, ma non muore. Cerca nuovi contenuti forse, quando la vita fa fatica ad offrirne, e attende il momento di ritornare.

In questo 2020 abbiamo vissuto sicuramente un’esperienza scardinante. Durante il lockdown imposto dal Coronavirus, ho ripreso a disegnare in maniera più assidua prendendo ispirazione dalla copertina di un vinile di Renato Zero, anche grazie al mio carissimo amico e artista Andrea Panezi, che ha condiviso con me la sua passione.

Sento che qualcosa è cambiato nella mia mano: sto cercando di concentrarmi molto di più sui dettagli, talvolta sperimentando con tecniche e attrezzi diversi per avere dei risultati soddisfacenti.

Come nella fotografia, dove la giusta composizione nasce dai giochi di luce e dai contrasti che permettono di far emergere i soggetti, anche nel disegno bisogna saper dosare la quantità di chiaroscuri per riuscire a dare corpo alle immagini.

Questo richiede un minuzioso lavoro, ma è incommensurabile la gioia che provo quando è terminato e quando la gente che mi segue sui social ne apprezza il valore.

I ritratti a mano libera ci fanno misurare continuamente con il traguardo della perfezione: cerchiamo di raggiungerla sempre di più, per quanto sappiamo che essa non potrà mai appartenerci interamente.

È questo lo stimolo che sento, la sfida che mi muove: attingere il dettaglio, nei suoi contorni più precisi, scovare il frammento millimesimale che l’occhio potrebbe smarrire nella visione dell’intero e dargli cittadinanza sul foglio.

Il Principe di Minneapolis

Ho sempre tenuto per me le mie creazioni, ritenendole intime perché nate in momenti particolari della mia vita. Fino al giorno in cui la mia compagna, a mia insaputa, ha pubblicato uno dei miei disegni sulla sua pagina Facebook.

Dopo quel post ho avuto dei feedback molto positivi e, mosso dall’entusiasmo, ho deciso di aprire una pagina Instagram dove pubblicare tutti i miei lavori.
Come dicevo, a volte l’arte ritorna. E ritorna con la libertà travolgente di ciò che è inevitabile.

E meno male che sia tornata aggiungiamo noi.

Grazie Stefano e non fermarti più.

 

Gordon Matthew Thomas Sumner – Sting

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso