La bellezza di prendersi in giro correndo

Luigi Lupidi

L’altra mattina stavo ascoltando una nuova puntata del podcast di Luca Bizzarri “non hanno un amico”  dedicata alla bellezza di voler essere un Pagliaccio, uno che si annulla per impersonare un ruolo che nella realtà non esiste, ma che sa raccontare i limiti e i pregi della realtà stessa, il tutto senza mostrare il proprio “volto”.

Poi ho ripensato a cosa facciamo noi qui su storiecorrenti, uno spazio aperto ai nostri mondi, alle fatiche ai piccoli drammi sportivi e alle grandi gesta della domenica mattina, il tutto senza mai prenderci troppo sul serio.

Bizzarri risponde a chi ritiene che la parola Pagliaccio, rivolta a qualcuno sia offensiva, quando invece lui e anche noi, la riteniamo qualcosa di importante di alto, di utile e di fondamentale.

Come l’attore che si concia metaforicamente da Pagliaccio per raccontare delle storie, noi nei nei nostri post, commenti e libri raccontiamo i nostri difetti, per descrivere i difetti di tutti, sottolineiamo le nostre debolezze perché sappiamo che non siamo soli e condividendole si attutiscono un po’, diventando meno faticose da mandare giù.

Come quando l’amico Saverio Fattori commentò un post dicendo che la migliore arma per vivere la narrazione sportiva amatoriale era l’ironia, allo stesso modo mettiamo in piazza i nostri limiti senza farne un dramma, senza sminuire la portata del messaggio.

Così in queste settimane di preparazione di una maratona il mio coach Simone Cellini mi ha chiesto – “come ti senti?” che è più di una parola da allenatore, era una ricerca dello stato mentale di una vecchia scarpa come me che si è rimesso in strada per andare a prendere una nuova medaglia.

Gli ho risposto che se non mi rompo le palle in gara la medaglia la portiamo a casa.

Perché dopo tanti anni di chilometri con pettorale spillato, andare a ritrovare le radici delle motivazioni diventa più un lavoro da Pagliaccio che da runner, di chi amorevolmente si prende in giro consapevole di non essere solo.

Francesco Canito

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso