Imparare a correre facendo e facendosi del bene

Sabato abbiamo corso la 8×20 Telethon BNL BNP Paribas per presso lo Stadio delle Terme di Caracalla.

Una manifestazione in cui i partecipanti corrono, camminano, animano la pista al fine di portare sostegno alla FONDAZIONE TELETHON per la ricerca scientifica per la cura delle malattie genetiche rare.

L’azienda per cui lavoro ha voluto essere presente per condividere con la comunità finanziaria l’obbiettivo comune di fare del bene, correndo.

A dire il vero l’avevo proposto io di prendervi parte, tampinando, stalkerando i colleghi nelle ultime 3 settimane cercando di fare almeno una squadra.

La risposta da parte di tutti è stata oltre modo entusiasmante, 40 persone, suddivise in 5 squadre da 8 hanno vissuto una bellissima mattina di sport e solidarietà.

Confesso che non me lo aspettavo, in una realtà lavorativa in cui ci sono pochissimi runner è stato un risultato inatteso.

Merito della manifestazione e segno dei tempi.

Decidere di scendere in pista non è facile per chi non conosce il tartan, luogo sacro del running che incute un timore reverenziale.

Durante le settimane di avvicinamento in ufficio si percepiva l’attesa e la sorpresa.

Le domande di chi non ha mai corso, per giunta in pista, di chi non sapeva che Caracalla, per noi romani, non sono solo le omonime Terme.

Ma soprattutto, essere consapevoli delle proprie possibilità, per chi non corre mai, è la fatica più grande.

“Quanti giri devo fare, che scarpe devo mettere, cosa devo mangiare la sera prima, io non so correre, io non ho mai corso”.

Domande che vanno oltre il nostro mondo podistico, che danno la misura che tra lo sport praticato e visto in tv c’è tanta distanza.

Dopo anni di racconti di gare, di imprese epiche e infiniti traguardi sono convinto che la percezione di un evento, grande o piccolo che sia e del luogo in cui si svolge, cambia in base a come lo presenti.

Le vicende di maratoneti inarrivabili, di corse su distanze impensabili, alla massa dei più che non seguono il running, non sempre smuovono una reazione creatrice di piccole imprese personali, perfino correndo la domenica mattina con un amico.

Chi lavora con me non sa che un uomo domenica scorsa, con la sola forza delle gambe, è arrivato a 35″ da correre una maratona sotto le due ore.

Per arrivare al cuore e soprattutto alle gambe di chi non conosce la corsa, non la pratica e non è consapevole della percezione della distanza, si deve produrre una narrazione vicina alle loro indolenze, tanto vicino da fargli capire che se vanno oltre, seppur di 20 minuti correndo e camminando, dopo staranno sicuramente meglio.

Il tutto deve essere calibrato in base alle loro possibilità, condizioni fisiche, ma ciò non toglie che camminare 30′ al giorno, in un tempo diverso dai mille impegni, è una medicina preventiva dei tanti mali della nostra storia moderna.

Allora proviamo a parlare un linguaggio diverso, fatto di “prova e vedrai che ti piacerà, “andiamo insieme non temere il confronto”, “segui il tuo passo qualsiasi esso sia, basta che stiamo insieme” e anche un altare sportivo come lo stadio delle terme di Caracalla avrà l’accoglienza del parco sotto casa.

Buone corse a tutti, in particolare ai miei bravissimi colleghi!

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso