Il Palo della Morte nella vita di chi corre

L’appuntamento al Palo della Morte è il luogo senza tempo che tutti abbiamo avuto almeno una volta nella vita.

Da Natale a Ferragosto ha fatto da centro di gravità per le nostre idee podistiche strampalate.

Perché se ti ci ritrovi ogni anno da solo una domanda te la dovrai pur fare. Se Enzo, prima di partire alla volta di Cracovia, passava in rassegna tutta l’agendina telefonica senza trovare nessuno disponibile il problema non era solo Cracovia.

Così allo stesso modo se oggi, 15 di agosto, sei al tuo Palo della Morte, da solo, pronto per un lavoro sulle ripetute da far venire i brividi anche al tuo amico più volenteroso, ecco insomma Enzo, di un “Sacco bello” sei tu, armato di penne a sfera e calze di nylon.

Nel frattempo le hai provate tutte, chiamando gli amici delle elementari e i colleghi più sedentari. Hai finto la voce di un amico simpatico pur di far scendere sotto casa anche chi vive proprio al Palo della Morte.

Poi sei passato al piano B:

Pronto? Ah, ciao, senti noi ancora non ci conosciamo. Io sono un amico di tuo fratello. L’ho chiamato per dirgli una cosa cioè, siccome me s’è creata una situazione strana, nel senso che me s’è liberato un posto per le ripetute sui 4000 da fare a ferragosto, ‘na cosa favolosa, guarda!

Senti… senti… ma a te, per esempio, ‘na cosa del genere, cioè… ti interesserebbe? Certo… d’accordo… ancora non ci conosciamo… certo… no, ma, senti un po’, per curiosità… te, quant’anni c’hai?… Ah, tredici? Va bè… ce sentiamo allora… va bene… ciao… ciao…

Ma anche qui nulla di fatto.

Perché il Palo della Morte è un luogo metafisico dove si vanno a incuneare le peggiori volontà e idee di tutti gli Enzo del nostro mondo podistico, inconsapevoli che non sempre gli altri la pensano come loro.

Piuttosto dovremmo capire che lo sport non è un’avventura da mordi e fuggi, bensì un lavoro che ha bisogno di progettazione e calma.

La nostra vita atletica ha bisogno di essere vissuta come una serie di stagioni che cambiano e si alternano anche con il riposo.

Superati i 50 anni non possiamo più credere che la vita sia sempre una gara tra l’amico spregiudicato e indolente contro il remissivo e demotivato da portare a correre oltre ogni regola di vita familiare.

Oggi provate a reinventarvi, uscire dallo schema: appuntamento, amici, Palo della Morte.

Se non cambiate voi accadrà che tutto intorno a voi sarà già mutato, e ciò che non sarà mai diverso sarà solo il vostro Palo della Morte attorno al quale correrete si certo ma lo farete da soli.

Buon ferragosto a tutti gli Enzo, non Renzo un sacco belli.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso