Il logo perfetto per chi corre

L’incisione che vedete nell’immagine è stata trovata presso il Parco Nazionale di Matobo nello Zimbabwe, uno dei luoghi più famosi al mondo per ciò che riguarda le pitture rupestri.

Si trova nella regione di Metabele dove ci sono formazioni rocciose sulle quali è possibile ammirare le incisioni realizzate migliaia di anni fa dal popolo dei San.

I cacciatori-raccoglitori San sono tra le più antiche culture sulla Terra, e si pensa discendano dai primi abitanti di quello che oggi è il Botswana e il Sud Africa.

Nel libro scritto da Bernd Heinrich dal titolo “Correre – Una storia naturale” l’autore, un grande sportivo e uno dei più importanti biologi del mondo, vuole provare a realizzare il suo sogno: correre e possibilmente vincere un ultra maratona.

Per riuscirci e farlo al meglio decide di carpire i segreti del regno animale. Lo fa partendo proprio da chi correva già migliaia di anni fa, per sopravvivere e per cacciare gli animali.

L’incisione sulla roccia che si trova nella regione di Metabele nello Zimbabwe porta con sé un concetto che è innato nel genere umano.

In particolare, nell’immagine ci sono i cacciatori che corrono in una direzione precisa, da sinistra verso destra lungo la parete.

Questo pittogramma di tremila anni fa non sembra poi così straordinario, se non fosse per un dettaglio che sta nella figura più a destra, quella in testa alla fila dei cacciatori.

Tiene le braccia alzate nel gesto universale del trionfo dei corridori al termine di una gara.

Un gesto involontario per la gran parte dei runner.

L’uomo giunge dopo aver lottato duramente e aver sentito in bocca il sapore del sangue, prima di lasciarsi andare all’euforia che accompagna il trionfo sulle avversità.

L’immagine di quell’uomo è l’icona perfetta di un istante che tutti abbiamo provato almeno una volta in gara. La voglia di andare oltre le proprie fatiche, oltre ogni limite che tutti pensano di non poter eccedere.

Sarebbe il logo perfetto per una squadra di runner, o anche solo per far capire che la corsa e la competizione non sono fenomeni sociali passeggeri ma esistono da sempre e per sempre si ripeteranno, uguale a sé stesse forti di ogni euforia generata.

Nel libro scritto da Bernd Heinrich ci sono degli spunti bellissimi utili a capire che possiamo imparare molto dal modo in cui gli animali affrontano le loro sfide di resistenza. Da dove nasce il piacere e il coraggio che ci fa correre e competere su distanze apparentemente impossibili.

L’autore, partendo da una incisione rupestre, passando per le capacità dei dromedari di resistere nel deserto ci mostra perché e come ognuno di noi può essere in grado di sviluppare doti super umane.

Ve lo consiglio per capire chi siamo quando corriamo e dove possiamo arrivare insieme a chi abita il nostro pianeta.

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso