Sfoglio l’album dei ricordi e mi ritorna in mente una storia, una storia di amicizia che ho vissuto su un autobus in città a Firenze.
Una storia di quelle che pensi sia dovuta al caso, ma che poi da quel giorno la rincontri altre volte. Il ricordo è così vivo che sembra mi sia accaduto ieri.
Tre anni fa decisi di fare la mia seconda maratona, sentivo di avere un debito con la vita, ma non la mia, bensì con quella di mia madre, pertanto decidemmo di partire alla volta di Firenze.
Volevo che mi aspettasse al traguardo della maratona, volevo stare con lei.
Raggiungemmo due amici per passare il fine settimana insieme. Arrivate alla stazione di Santa Maria novella sono sono già emozionata.
Andiamo in albergo posiamo i bagagli e ci dirigiamo all’Expo, lungo la strada continuiamo a guardare incantate un fiume che scorre e che divide la città in due e noi che sembriamo sospese all’interno di un quadro.
È vero che esistono luoghi in cui è più facile entrate a far parte del paesaggio
Sull’autobus ci sediamo e iniziamo a chiacchierare. Attorno a noi altri runner. Sentiamo le storie di due ragazze che stanno per affrontare il loro primo viaggio lungo 42.195 metri e le vedi estremamente emozionante e ti emozioni anche tu.
Poi c’è un ragazzo, particolare, inizia a parlare con mia madre e tiene banco ci fa sorridere, è una continua risata dice di essere un falegname si chiama Roberto e vive a Sora.
Sembra un autobus pieno di studenti in gita. Arriviamo all’expo, ma quasi mi dispiace scendere. Prendiamo tutto, faccio amicizia con tante persone, e so che è proprio questo il bello della corsa, ovunque andrai non sarai mai sola, non potrai esserlo neanche per un attimo.
La mia maratona la porterò a termine nonostante aver corso per 12 km con i crampi, ma quando sono arrivata l’abbraccio di mia madre e le nostre lacrime hanno fatto passare tutti i dolori e poi la sorpresa più bella: c’era anche papà, ci aveva raggiunte.
Di quel viaggio porto con me quel ragazzo dalle mani abili, un lavoro d’altri tempi e l’accento così autentico.
Io e Roberto ci siamo rincontrati per ben tre volte, l’ultima è stato ancora il caso, eravamo alla maratona di San Valentino a Terni.
La nostra amicizia ormai da tempo ha il sapore delle gare insieme, di euforia e pazienza, Maratone corse prendendoci tutto il tempo possibile, ridendo e scherzando fino alla fine.
Certe amicizie non chiedono niente in cambio, nascono per caso e le devi solo assecondare.
Domenica torno a correre la Maratona di Firenze con lo stesso entusiasmo e curiosità.
Roberto è uno di quegli incontri generato dal caos calmo di una città accesa dallo sport. Perché è vero, nella vita incontriamo persone che arrivano per completare un puzzle iniziato da altri.
Gli amci mi hanno chiesto perché torno ancora a correre Firenze.
Ci torno perché non mi basta. Ci torno con il desiderio di lasciare le cose al caso.
Non mi stancherò mai di farlo, lo faccio e basta, consapevole che il tuo destino ti aspetta sulla strada.
Domenica ci sarò per seguire un’amica, per lei sarà la seconda Maratona, per me sarà semplicemente un viaggio con una valigia piena di bei ricordi.
Non ho preparato nulla, non preparo più nulla da tempo, la farò d’istinto che magari poi riesce anche meglio.
Sarà un viaggio iniziato su un autobus per caso con mia madre, perché la vita a volte in un attimo può stravolgere tutti i tuoi piani. Come in un caos calmo.
Basterà assaporare ogni attimo come fosse un dono pieno di sogni da realizzare…
Dominga Scalisi