Mancano 14 giorni alla Maratona di Roma e se penso che sei mesi fa non sapevamo neanche se l’avremmo potuta correre, è già un successo.
Se non ci credete, se non la volete così, se credete che questa maratona sia stata tolta a qualcuno che poi non era di nessuno se non della FIDAL e quindi di tutti noi, andate a correre altrove.
Poi però non dite più niente, sarebbe come non votare e criticare la politica, come non mangiare e lamentarsi che era poco e insapore.
Perchè ne abbiamo già abbastanza degli scontri, della fatica di una città che non trova una strada per ripartire.
Roma non ha tregua e con tutto quello che sta accadendo vi chiediamo solo di farci correre, senza zainetto, con una maglietta bella o brutta che sia, dateci il pettorale e la voglia di farla respirare, almeno per un giorno.
Chi l’ha organizzata ha ottenuto in ogni caso un risultato insperato e lo confermano gli iscritti arrivati a 10.100.
(Con chiusura anticipata per poter gestire al meglio una situazione non facile)
Io sono certo che il popolo dei runner non si sia fatto da parte davanti ad una edizione difficile da gestire.
Dalla reazione della strada e della rete è chiaro che le battaglie amministrative, politiche e legali dei privati non hanno interferito sulla voglia di correre, e che nonostante tutto Roma è sempre Roma.
La vitalità espressa dal popolo dei runner darà speranza a chi la gestirà nei prossimi anni una volta assegnato il bando.
Che non è vero che il certificato medico è una barriera all’entrata per gli stranieri.
E che se ci saranno 3 mila runner di differenza con l’edizione migliore degli anni passati, viene da chiedersi chi ha fatto poco e chi poteva fare di più?
Sono domande del uomo della strada, di chi si è stufato di leggere le solite critiche senza propositi e proposte, sono riflessioni di chi sta cercando soluzioni facili a problemi difficili.
Pensateci prima di dire la vostra sullo zaino, la maglietta, il costo di un pettorale e ricordatevi quanto abbiamo dato a tutte le maratone del mondo senza batter ciglio e senza maglietta nel pacco gara (spesso ce la siamo comprata a parte).
Roma ha solo bisogno di una buona pianificazione di vendita, esportando il suo valore storico.
Un uso moderno dei social network, affidato a professionisti del settore e non a chi fa già altre 107 cose nelle organizzazioni.
Le professionalità, se rispettate, e non sottopagate, in quel mix di passione e lavoro che offusca il valore reale delle competenze, portano a risultati concreti e sopratutto a compensi economici certi.
Ci sono realtà aziendali che fanno viaggiare le reti che ci portiamo dietro noi podisti e che potremmo diventare vettori di qualità di un prodotto.
Se i prossimi organizzatori avvieranno i volani della tecnologia, la Maratona di Roma potrà competere con i grandi numeri della gare europee.
Ed è altrettanto vero che Roma non deve essere grande perché farà quei grandi numeri. Una città che ha problemi enormi cerca soluzioni a misura della nostra quotidianità e della sua storia.
Allora pensiamo a una maratona perfetta, anche senza invasione da 40.000 persone. Un prodotto di qualità da Made in Italy, di quelli che ci invidiano nel mondo come un buon abito di sartoria.
Imitare altri successi non è da noi, il Rinascimento lo abbiamo creato nelle nostre città, ed è da queste realtà uniche al mondo che possiamo far ripartire il sistema running con tutto il bello che c’è in ogni piazza.
In un quadro così esaltante sono sicuro che ci sarebbe la fila dall’estero e potremmo vendere il prodotto Roma, e la maratona sarebbe solo la scusa per venire a correre e a vivere la città più bella del mondo
Farebbe bene a Roma farebbe bene a noi romani.
Marco Raffaelli