Eravamo in due ad amarlo

“Come si può vivere senza sapere più nulla dell’uomo che hai amato come la tua vita? Riprendere una quotidianità, nuove abitudini scollate dal bisogno di condividere ogni segmento del cammino intrapreso in tanti anni.”

“Da quel giorno di aprile sono una donna sola, se stare insieme era la nostra storia, senza di lui non faccio più parte di alcun legame: famiglia, amici, lavoro, nulla è più forte di ciò che ci teneva in simbiosi.”

“Ma a te questo sembra non toccare. Sei scomparso, imponendo una forza che è stata più solida di quella che ti univa a me. Un gesto che ha incanalato le emozioni verso una strada distruttiva, azzerando tutto.”

“Ora non ho più  il tuo pensiero che si nutriva di momenti unici, scomodi a tratti, ma per fortuna inconfondibili tra mille altri. Non ci sono più le telefonate, gli incontri nei bar in centro, il brivido di un amore che agli occhi degli altri era destinato a finire.”

“Io ci ho messo tutta me stessa, investendo ogni granello di sentimento. Non ho voluto ascoltare nessuno, e, a testa bassa, sono andata a vedere dove saremmo arrivati. Un’amica un giorno mi disse: “eravate in due amarlo, tu e lui”.”

“Mai nessuna analisi è stata più vera, asciutta e concreta. Oggi ho capito di aver alimentato un doppio binario, uno su cui viaggiava l’uomo che speravo di avere accanto per sempre e sull’altro l’amore per una coppia che speravo di vivere fino a domani.”

“Ti sei difeso, non accettando la mia visione di un amore senza imperfezioni, hai avuto paura di non saper amare. Volevi l’esclusiva su tutto, pensieri, parole, gesti, corpi e momenti. Le tue insicurezze hanno fatto tutto il resto.”

“Sapevi bene che non si poteva andare oltre e, ciò nonostante, lo esigevi senza smettere, perché di fatto eravamo sempre di altri.”

“La cosa che mi fa più male è non aver avuto strumenti maturi per affrontare questa tua scelta di andartene per sempre, senza dirmi più una parola, un gesto e di non voler capire che io ti amo e sarò sempre la stessa che hai conosciuto quel giorno di tanti anni fa.”

“Amare è sentirsi di una persona ma senza contratto, senza vincoli, senza recinti. La proprietà ha dei muri e con essi dei limiti per definizione.”

“Ti sei fermato davanti a quei limiti.”

Ho ricevuto questa lettera da parte di una amica. Una donna ferita ma non vinta, che sta solo cercando di capire cosa è successo nella sua vita. Nelle sue parole ho visto tante verità, strade simili intraprese da molti. La condivido per una riflessione, una cura a specchio per chi la leggerà.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso