Mi chiamo Emanuele Blandamura, sono un pugile di professione e per tutti sono “Sioux”.
Il mio nome deriva dalla grande ammirazione che ho per l’antico e fiero popolo del Nord America.
Sono nato a Udine e devo tutto ai miei nonni, Felice e Isabella, con i quali sono cresciuto a Roma.
Nonno Felice una vera roccia, rifugio e ispirazione. Nonna Isabella, donna d’altri tempi, sempre presente e capace di dare tutto con poco o niente. Con loro e per loro ho trovato la forza di rinascere.
Sono stato detentore del titolo Europeo nel 2016 e 2017, e sfidante al titolo mondiale nel 2018, perso a Yokohama contro l’idolo di casa e campione olimpico Ryota Murata.
Sono un pugile e la boxe mi ha salvato e fortificato.
Il quadrato di pochi metri, che in inglese ha il nome di un cerchio, il “Ring”, è stato il mondo sul quale mi sono affacciato conoscendo e apprezzando l’animo umano di ogni avversario.
Quando ad armi pari sono davanti a uno come me provo un mix fatto di paura, adrenalina, voglia di vincere e di non dare ascolto alla mia testa che mi dice che non ce la farò.
Poi d’improvviso il suono del gong mi riporta alla realtà e in quel momento non sono più nella mia testa, ma sono sul ring ed esce fuori la parte più vera di me stesso. Metto da parte le emozioni. E si combatte.
In quell’istante il mio fisico si trova sotto le bordate dell’avversario, e non c’è dolore così forte che possa distrarmi dalla lotta. Tutta la storia sportiva che ho vissuto ha forgiato la mia mente a resistere ai colpi, compresi quelli fulminei che non ho neanche visto partire buttandomi poi a terra e da cui, con la forza che solo la vita sa trasmetterti, mi sono sempre rialzato.
Il lavoro aerobico che devo fare per generare la potenza muscolare utile a tenere il tempo di un incontro è figlio di ore in palestra. Il tempo passa senza mai alzare la testa dal sacco, dal maestro o lo sparring partner, e non ti accorgi che ti rimane solo quello necessario a sorridere, soddisfatto che un altro giorno ti è stato amico.
Oggi la Boxe ha ancora il fascino di una disciplina antica come il mondo, di una nobile arte. È uno sport duro, ma non è la intensità del gesto il senso assoluto di questa disciplina.
Dopo tanti anni sul ring ho capito che nel cuore di un pugile che combatte c’è la forza di un uomo che sacrifica se stesso per un bene più grande della fama.
I pugni fanno male certo, ma la vita spesso provoca più danni. Nonostante questo, nonostante tutto, la vita è bella, perché io non conto le vittorie ma le sconfitte che ho vinto.
E’ grazie a questo approccio che ho messo la mia firma nella storia come sportivo e come Boxer.
Da alcuni anni sono volontario, e con l’ente sportivo del CONI OPES, di cui sono consigliere nazionale e porta voce del progetto Sport per tutti dove ci sono anche le case famiglia un progetto che vedeva prima della pandemia la possibilità a tutti i ragazzi a rischio emarginazione di potersi allenare nelle palestre che aderivano al progetto.
A tal fine ho svolto attività presso la casa famiglia l’Approdo, che ospita adolescenti in difficoltà accompagnati verso l’autonomia e il pieno inserimento sociale dalla presenza ed dal supporto degli educatori.
Ho avuto anche il piacere di allenare alcuni di loro, trasmettendo non solo le tecniche ma soprattutto i valori della boxe, che sono soprattutto rispetto, impegno e sacrificio personale.
Insieme agli operatori e ai volontari ho anche contribuito a trovare un lavoro a uno di questi meravigliosi ragazzi che, per moltissimi aspetti, mi ricordano me stesso.
Ho donato agli ospiti dei pc, stampanti e un proiettore, tutto materiale indispensabile per dare modo ai più giovani di continuare a seguire in sicurezza le lezioni di didattica a distanza.
La mia esperienza di volontario è mossa dal bisogno di dare agli altri quanto ha ricevuto in gioventù. Quello che dico a questi ragazzi che a volte vedono la loro vita in salita e che lo sport può aiutarli a scavare dentro loro stessi.
Se cercate in voi troverete la vostra passione, che sia la boxe, la musica, il teatro. Se vi inviteranno a mollare, voi non fatelo, se vi abbandonate alla lamentela, dopo raccoglierete solo tristezza.
Ricordate che le cose ottenute con semplicità vanno via con altrettanta semplicità. Io vi dico che avete – che abbiamo – la forza di volontà; fate esperienze, sbagliate con la vostra testa, vincete con la vostra anima, appassionatevi e nella vita non sarete mai sconfitti.