La corsa, a qualsiasi livello la si affronti, ha le sue asimmetrie si sa, correre su asfalto o su sterrato fa una bella differenza.
Se sei un campione norvegese o un’antilope degli altipiani del Kenya ciò che rende unica una ripetuta fatta bene è anche il fondo su cui battono i tuoi piedi.
Allo stesso modo una gara, per noi gente del pianeta amatori, se corsa su asfalto o su sentieri di montagna, cambia completamente il nostro approccio sia fisico che mentale alla fatica.
Un tracciato disegnato tra le strade di città pretende poco, “testa bassa e pedalare”, come dicevano i vecchi allenatori. Se, invece, corri dove altri camminano e ti inerpichi dove solo gli impianti di risalita ti consentirebbero di arrivare, allora li è tutta un’altra storia.
Perché la differenza tra la corsa su strada e i Trail in natura è come la distinzione tra Pc e Mac.
Avete presente?
Due universi paralleli che si contendono il mondo lavorativo. Allo stesso modo le gare su strada e le corse in natura si spartiscono il running per buona parte dell’anno le prime, e per il periodo primavera-estate le seconde.
Allora, dove sarebbe la differenza tra la strada, paragonata a un personal computer, e il trail, rappresentabile come un computer Apple?
Le corse su strada, al pari del sistema operativo Windows che sta dietro i personal computer, rappresenta l’ordine, la stabilità e la costanza di vedersi ritrovare sempre le nostre “ancore di salvataggio”, un porto sicuro insomma, dove attraccare in un ambiente che da anni ci trasferisce certezze immutabili.
Nella corsa su strada la rassicurante striscia d’asfalto ci trasmette la stessa sensazione: un percorso dove nulla muta e nulla cambia, fedele e rassicurante come il grigio del bitume, sempre uguale ma familiare, protettivo. Un percorso che non dà sorprese e non chiede sregolatezza e trasgressioni, ma che, invece, è capace di fornire quella tranquilla protezione da imprevisti e difficoltà che in fondo tanti, ma non tutti, cerchiamo quando corriamo.
I trai sono dei Mac, ovvio, sono eleganti, belli da vedere anche se non vi prendi parte. Come quando entri in un Apple Store e non compri nulla, i Trail, anche se sei solo in zona partenza, ti fanno venire voglia di correrli.
Perché Mac rappresenta l’innovazione, il coraggio di affrontare nuovi percorsi.
Apple è genio e sregolatezza, creatività e passione, gusto del bello al pari dei magnifici scenari di un trail dove occorre sapersi inventare il gesto tecnico ad ogni asperità. Chi li corre deve sapersi creare il percorso ideale con i propri passi su rocce appuntite, creare le strategie di gara in funzione delle condizioni ambientali, in sostanza adattarsi ed innovare con creatività ad ogni gara perché un semplice cambio metereologico è in grado di stravolgere completamente un percorso immerso nella natura.
Ma la cosa bella dei Trail è quell’atmosfera di comunità ristretta di coloro che vi prendono regolarmente parte.
Al pari degli Apple users, per i quali il prodotto è pensato per esserne il fulcro e con la mano diventano leva azionante, i trailer sono degli eletti a capo di un mondo in cui loro sono al centro del mondo-natura, che vivono azionando le gambe per entrare in simbiosi come se fossero una sola cosa.
Pensa alla vita di chi usa il Mac: guai a farlo interagire con altri sistemi, una incompatibilità totale lo porta su un piano inarrivabile, e la cosa ancor più bella dei Trail è che, al pari di tutto ciò che sforna la Apple, creano dipendenza!
Allora, in tutto questo accendere e spegnere mondi paralleli, tu dove sei? Pc-strada o Mac-Trail?