È la testa che guida le gambe?

photo by Daniele Silvioli

Una volta il buon Giorgio Calcaterra, ai margini di una gara, mi disse che: “È la testa che guida le gambe”.

Ciò significa, soprattutto per i runner che praticano le lunghe distanze, sviluppare quella determinazione in grado di consentire il superamento degli inevitabili momenti di difficoltà. E, detto da Lui, che preparava il “Passatore” con un “lunghetto” di soli 75 Km corsi, a gennaio, dentro Villa Pamphili a Roma, c’è da credergli più che sulla fiducia.

Per tutti gli altri podisti di questa terra le difficoltà, purtroppo, non mancano mai. Anche dopo aver seguito la più scrupolosa politica di allenamenti, nessuno è in grado di assicurare che gli eventi rispetteranno le previsioni attese.

Si tratta, per l’appunto, di previsioni.

Vedere “prima” non significa affatto vedere il vero, né vederlo prima che accada. Quante volte, certi di un ambiente favorevole, ci siamo trovati a correre la maratona sotto un nubifragio? E non ditemi che, in precedenza, avevate fatto un lungo sotto l’acqua per abituare il corpo e la mente. Lo stesso vale per il caldo. Inutile citare le volte in cui, sotto il sole giaguaro, i ristori si sono rivelati insufficienti e ci siamo trascinati cotti a puntino (una Trenta del Mare di Roma fece leggenda…).

In queste situazioni abbiamo, semplicemente, “insistito” per arrivare al traguardo, lasciando da parte qualsivoglia velleità di riscontro cronometrico.

La testa, in verità, è proprio su detto riscontro che dovrebbe provare di poter guidare le gambe. Altrimenti è solo mero spirito di conservazione; o, detto in altre parole, è la “tigna” di volersi portare a casa l’ennesima medaglia, pure giungendo poco prima dell’autombulanza che chiude la gara. Già non essere dentro la medesima è, comunque, una piccola (ma significativa) soddisfazione.

Quando succede l’inatteso, ovvero la nostra preparazione, alla prova dei fatti, si dimostra plasticamente inadeguata, non c’è mente che tenga. Lo sapete tutti, lo avete vissuto tutti. I pacemaker pian piano se ne vanno … e non c’è verso di poter star loro appresso.

Vorremmo, con tutte le forze seguirli, solo che queste non esistono più. La mente non può di certo crearle e soccombe all’inevitabile, con il cuore dilaniato.

Scopriamo, così, una triste verità. Ogni tanto è il corpo che vince sulla mente.

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.