E alla fine arriva…il nutrizionista

Una mattina ti svegli, vai in palestra, e decidi di metterti a correre. Il tapis roullant non ti basta più ed esci all’aria aperta. Che

Il parchetto sotto casa non ti basta più e decidi di andare a villa Pamphili o alla Caffarella.

La corsa libera non ti basta più e ti iscrivi ad una cinque km, che, non ti basta più e ti iscrivi ad una dieci e poi progetti una mezza e poi la maratona e poi la 100 km del Passatore e poi…ma quanto è grande questa matrioska?

E sopratutto…chi te lo ha fatto fare ad alzarti quella fatidica mattina?

Non stavi meglio sotto il piumone con la tua sbrilluccicante corona da donna divano?

No. Non stavi bene. Ecco perché ti sei messa a correre.

Ora corri. Le tue dissonanze con te stessa si sono appianate, sei felice e vivi con la bellissima bugia che ti hanno detto gli amici quando hai cominciato a correre:

“Ora che corri puoi mangiare tutto quello che vuoi e non ingrassi”.

La vedo, è lì la scritta luminosa!!

Più luminosa delle luci di un casinò di Las Vegas, lampeggia, è intermittente, ti abbaglia e tu corri incontro ad una bellissima tavola imbandita su cui ci sono pizze fritte, patatine fritte, popcorn al burro, caramello, cioccolato, profitteroles, gelati e Willy Wonka che ti sorride e ti dice:

“Vieni avanti Charlie! Tutto questo un giorno sarà tuo”.

Sei lì che mangeresti anche l’intera tribù degli Umpa Lumpa, quando tutto scompare e ti ritrovi davanti la figura del nutrizionista.

Un po’ confusa e anche delusa ti domandi perché, perché io, quarantenne normopeso, felice mangiatrice di cinghiali come Obelix devo rivolgermi ad un tizio che mi deve far dimagrire?

Perché gareggi, perché vuoi correre la maratona, perché devi imparare a nutrirti con giudizio.

Imparare a nutrirmi con giudizio. No, parliamone.

No, no, no, qui non c’è niente da parlare!! Bisogna agire!!

“Vuoi essere veloce?”
“Si”
“Vuoi migliorare il tuo tempo e far rosicare quella cazzona che ti ha passato all’ultima gara a trenta metri dal traguardo, che se la piglio la faccio arrivare prima…al polo nord però!!”
“Si”
“Vuoi almeno sognare di portare a casa un salame, una bottiglia di vino, una caciotta e perché no, anelare a raggiungere il traguardo di un intero prosciutto prima di rientrare nella categoria SF80?”
“Si”
“Allora devi rivolgerti a un nutrizionista”

E vabbè…mi arrendo, mi cerco un nutrizionista.

Nella giungla di professionisti della nutrizione che è pari solo alla giungla di fisioterapisti professionisti, avevo due scelte:

Nowzaradan o Wonder Doc.

Sebbene io avessi bisogno di un fondamentalista terrorista come il buon vecchio e caro Nozzy, ho optato per Wonder Doc.

Francesco Fagnani – Wonder Doc

Perché è runner e perché uno che scrive “allenati ad essere felice” è l’unico che può combattere con i draghi nel mio cervello e sconfiggere Willy Wonka e il suo esercito di Umpa Lumpa dando fuoco alla fabbrica di cioccolato con una risata demoniaca.

Il vero autentico nemico dello zucchero.

Sono andata da lui dopo aver letto il suo curriculum, impiegandoci più o meno un paio d’anni per leggerlo tutto e dopo aver sentito più di un paio di amici.

Onestamente quando ho visto la sfilza di cose che ha fatto nella vita pensavo di trovarmi davanti un Nozzy, e invece no. Un ragazzo giovane e snello, ovviamente snello, sorridente ed estremamente gentile.

Per come sono fatta io, mi immaginavo una specie di torturatore medievale che mi avrebbe legata al lettino come William Wallace e mi avrebbe estratto le budella mentre io urlavo “Profitterooooooll!!!”, invece no, mi trovo di fronte la persona più amabile del mondo che con sguardo speranzoso e deciso mi dice “Dimmi un po’ cosa mangi”. Cosa mangio. Tutto.

Tranne gli organi interni degli animali, sono una pattumiera.

Si ma come dirglielo?

Non potevo essere così schietta, era troppo educata e gentile per dirgli che aveva davanti l’equivalente umano della cloaca massima!!

Cogliendo il mio imbarazzo, mi chiede cosa mangio pasto per pasto.

Colazione. E chi l’ha mai fatta colazione!! La mattina mi alzo e per sbottonare gli occhi trangugio il primo caffè.

Spuntino. Vuoi dire forse il secondo caffè?

Pranzo. Ok, ultimamente, avendo il cantiere di fronte ad una nota cioccolateria napoletana e a natura si, trangugio una tavoletta di cioccolata e un pacco di gallette di riso mentre torno a casa in macchina smadonnando per il traffico.

Arrivata a casa vado da mammà a pranzo e mangio ali di pollo fritto con patate al forno, ma mi limiterò a dire un pacco di gallette tornando a casa per pudore.

Spuntino del pomeriggio. Alle quattro, caffè con l’uomo divano prima che sprofondi nell’avvolgente abbraccio del suo migliore amico.

Cena. Se l’indomani mi alleno chiamo la pizza, altrimenti trangugio tutto quanto trovo in frigo come un boa ingurgita la sua preda.

Ovviamente per pudore mento e gli dico una fettina con contorno di verdura o patate.

Wonder Doc fiuta la menzogna ad un chilometro di distanza, la sorpassa e le fa la linguaccia come beep beep e mi risponde:

“tu non devi fare la dieta, tu devi imparare a mangiare”

Mi da un piano di battaglia degno dell’ammiraglio Nelson e mi dice di rispettare orari e quantità, mi sorride e mi dice che è fiducioso, perdere 2 kg entro un mese. Mi fissa l’appuntamento per il mese successivo.

Un monaco tibetano mi fa un baffo. Ho fatto un mese da campionessa. Non ho toccato dolci, ho mangiato ad orario rispettando le quantità, ho perso due kg, mi si è ridotta la massa grassa ed è aumentata quella magra.

Wonder Doc era fiero di me, mi ha seguita con estrema pazienza prima, durante e dopo la maratona, poi la tragedia. Mi sono fatta male e sono stata ferma tre mesi.

Gli scrivo in preda al panico, ma lui calmo e sereno mi dice che l’importante è che io non sgarri.

Non sgarrerò. Forse. O forse no.

Resto serena fino alle vacanze in montagna, medito e cerco di far pace con il cosmo, quando mi circondano Willy Wonka e i suoi Umpa Lumpa armati di coppe di gelato immense, cioccolata con panna, bomboniera nel caffè, strudel e frittelle di mele con salsa alla vaniglia.

“Ciao amica mucca produttrice delle cose più buone del mondo” – Lud

I carboidrati mi assalivano e mi dilaniavano come belve feroci ed io ero inerme, totalmente in loro potere, soggiogata dagli zuccheri, mi sono arresa senza combattere nemmeno un minuto.

Al mio ritorno ho saltato un paio di controlli. Ho bucato una gomma, ho un impegno di lavoro, non posso venire sono malata, c’è stata una invasione di cavallette, sono nell’occhio del ciclone ti richiamo quando la tempesta è passata.

Ho ripreso gli allenamenti alla fine delle vacanze e sono tornata da Wonder Doc con il capo cosparso di cenere e quattro chili in più.

Gli ho rotto la bilancia, mi ha rincorsa con una mazza da baseball, pestata come l’uva e cacciata da suo studio.

Vi piacerebbe ehhh??…invece no.

Mi ha accolta con la sua proverbiale gentilezza, mi ha detto che ce la possiamo fare, mi ha dato un nuovo piano di battaglia per mangiare la grande mela il prossimo novembre.

Ciao, mi chiamo Ludmilla e sono tre settimane che non mangio dolci.

Nemmeno lo zucchero nel caffè.

Ludmilla Sanfelice

Ludmilla Sanfelice
Un giorno senza sorriso è un giorno perso. Non importa quanti pesi portiate sulle spalle, la vita è un battito di ciglia e va vissuta in ogni istante. Come l’ho scoperto? Allacciando le scarpe e cominciando a correre. Run Lud Run! Ogni giorno una nuova storia aspetta di essere raccontata.