Di sera, al Mandrione

Via del Mandrione, un vero e proprio Trekking Urbano alla scoperta di una strada affascinante e ricca di storia” – Roma Sparita

Spero che perdoniate l’indulgere del sottoscritto nel raccontare il contesto romano. A mia discolpa il fatto di vivere qui. Prometto, però, che se mi capiterà di correre in altre città, non mancherò di focalizzare qualche particolare ma, per il momento, dovete portare pazienza e, se del caso, trasporre questa divag-azione in un ambiente in cui possiate meglio riconoscervi.

La Rossa – va detto – è una leader naturale. Almeno per quanto riguarda la corsa. Nonostante l’abbia convertita in una camminata “veloce”, prova in tutti i modi – proprio spacciandola per una mera “camminata” – ad animare le serate.

Nottetempo, nella suggestiva cornice di Via del Mandrione, si tratta “semplicemente” di fare una camminata, di soli 10 chilometri. Descritta così, qualsivoglia essere umano, poco più che deambulante, è in grado di declamare con certezza: “E che ci vuole?”. Ora scoprirete che non è affatto tutto così semplice, come sembrerebbe a prima vista.

Peccato che uno abbia trascurato l’aggettivo che connatura l’azione. La camminata “veloce” non è alla portata di tutte le tasche (ehm… gambe) perché parliamo di meno di 8 minuti per ogni chilometro, quando è notorio che un buon “passeggiatore” supera, abbondantemente, i 9 minuti.

Ogni fibra muscolare prova ad imporsi una andatura che è bassissima per la corsa ma che è difficilissima come camminata. Non si trova una “quadratura” né una “triangolazione” (mente-corpo-gambe) in grado di esprimere la ricetta buona per l’occasione.

Per fortuna il contesto del “Mandrione” distrae a sufficienza.

Una zona che pare abbandonata al suo destino e le vestigia romane fanno da contraltare ad un imbarazzante abusivismo edilizio ed a alcune attività commerciali (un ristorante ispirato a Pasolini) ed una birreria artigiana (con tanto di mescita). Un’area “distrettuale” – come se le parole valgano, di per sé sole, a determinare una “vocazione” – che comprende anche: Pompe funebri, gommista, scuola di danza. Dirimpetto una cittadella della “Banca d’Italia” (campo di calcio e piscina compresi) finanziata da noi contribuenti.

Non si vede anima viva, in questa ghost street, eppure qualcuno ci abita. Di giorno, magari con un clima più mite, qualcuno ci corre pure, ma troppo pochi per conferire una vita “sociale” ad un’area urbana spazialmente “contenuta” che meriterebbe, senza dubbio, migliore sorte. Decadono, attorno a noi, pezzi di Roma nel mentre si sperperano milioni di euro per lavori, in vista del Giubileo, di cui si poteva fare tranquillamente a meno (un esempio: Piazza San Giovanni in Laterano).

Torniamo al Mandrione. Qui e lì casupole in procinto di crollare da un momento all’altro, così come si attende l’apertura certa di qualche voragine, dato che sotto l’asfalto ci sono delle ampie grotte in agguato. O sprofonderà la strada o ci crolleranno addosso le mura romane, ogni passo è connaturato da una sorta di scommessa. In questo scenario, che è posto nella mediana tra sogno ed incubo, si sviluppano circa dieci chilometri in cui mi affanno per non essere lasciato indietro. Da un camminatore! Il declino è ormai conclamato.

 

[Colonna sonora: mi sono remixato, per l’occasione, una serie di brani di Rüfus Du Sol: Underwater; No Place; You Were Right; On My Knees; Innerbloom; Brighter; Say a Prayer for Me. Abbastanza curiosa l’assonanza: Avevi ragione: (sono) in ginocchio. Dì una preghiera per me].

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.