Di Nuovo Qui. Divag-Azioni Correnti

Come vuole la tradizione resa celebre da Monsignor Giovanni della Casa, entrando in casa si salutano i presenti. Entrando in questo sito, pertanto, mi sembra dabbene, sin da subito, provare a spiegare brevemente cosa ci faccio qui.

Come quelli che mi conoscono sapranno, oltre a correre – ed a guadagnarmi il pane onestamente – scrivo.

Il problema è che scrivo “professionalmente” e ciò significa che si è tutto tranne che liberi, perché la “professione” implica, quantomeno, un “committente”, al quale deve piacere ciò per cui rende disponibile dei fogli di carta filigranata con valore legale.

Le proprie idee piacciono solo se risultano funzionali al prodotto acquistato. Non hanno, infatti, un valore “in sé” ma, come dicono gli economisti, un valore di “utilità”.

Quando si scrive “per mestiere” l’obiettivo è tutto e, per raggiungerlo, è opportuno celare la propria individualità per costruire qualcosa che, senza mercede, probabilmente avrebbe tutt’altra storia. Dio solo sa le volte che sarebbe stato meglio andare a correre, invece che…

Dato che scrivere mi piace molto – probabilmente perché faccio una fatica alquanto ridotta – ho unito i due principali momenti di “svago” in un colpo solo.

Dopo la lunga esperienza sul sito di noto gruppo podistico (che, poi, è quello al quale sono ancora tesserato), un magazine online ed altro gruppo podistico d’affezione, di recente, vittima di una “ristrutturazione”, sono rimasto orbato delle luci dei riflettori e di imperitura fama.

Invece di cedere completamente alle lusinghe della bottiglia, ho provato a guardarmi intorno e vedere se potevo continuare a raccontare qualche fesseria più o meno condivisibile.

Qualcuno, senza far nomi, ha prontamente proposto: “Prova un po’ a chiedere al Daniele…”. E così ho fatto, bussando – faccia di tolla alla mano – ad uno dell’Editorial board di StorieCorrenti.

In men che non si dica giunge il viatico del “Numero Uno” (che non è – confido – quello del Gruppo TNT) ed eccomi nuovamente, tra noi, per parlare di qualcosa “attorno” alla nostra vita di podisti.

“Vita” e “podisti” sono i due termini “notevoli” dell’equazione, dato che attorno a questi vado cercando una soluzione accettabile e presentabile. Anche se non mancano le incognite, generate da alcuni motivi che vi confesso senza troppe remore.

Uno di questi è legato alla “cronaca”. Immagino che possa essere interessante leggere quanto sia accaduto all’ultima Race for the Cure ma, per chi scrive, dopo averla disputata un certo numero di volte diventa noioso restare ancorati ad una descrizione che, detto tra noi, chiunque potrebbe tirare giù in un numero ragionevole di minuti.

La cronaca, però, muore appena dopo l’evento e non vi è ragione alcuna che giustifiche di prolungarne la vita. Ho scelto invece una chiave di scrittura “collaterale” che, prendendo spunto magari da un avvenimento “podistico”, ne esplicita l’estro del momento perché, per dirla tutta, scrivo quello che mi passa per la testa quando corro.

Lascio vagare la fantasia appresso a questo e quello, così che il tempo scorre molto più velocemente. Di certo corre più di me, poiché ad una fantasia (quasi) sfrenata non corrispondono gambette altrettanto dinamiche.

Nella corsa raccolgo le idee. Mentre quando scrivo, sono più bravo da brillo, la raccolta dei concetti mi riesce meglio quando corro.

Per cui ora vi considero avvisati: ogni tanto qualche cronaca, ogni tanto qualche fesseria. Spesso, data una abilità consumata, riesco a mettere insieme tutte e due le cose ad un tempo. Forse proprio il tempo podistico scadente consente ampio margine per delle divag-azioni. Esattamente come quella che avete appena letto.

 

 

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.