Danilo Bianchi dall’Afghanistan al sogno del Passatore passando per l’Olanda

Danilo Bianchi è un runner amatoriale che quando corre va forte. Una categoria di quelle che in gara, se può, non cede neanche un metro ai più giovani.

Per ragioni di lavoro non si allena in condizioni ideali, in orari e luoghi perfetti, anzi.

Lui è un militare dell’Esercito Italiano, Primo luogotenente per l’esattezza, impegnato già in tante missioni dell’ONU, condotte nelle aree di maggior interesse strategico per la Nazione.

Danilo quest’anno aveva deciso di prendere il via alla 100km del Passatore. Mentre lo intervisto, in una sera piovosa di maggio, il pensiero va ai cittadini di Faenza, e delle tante province della Romagna funestate dalle abbondanti piogge.

La gara è stata annullata per consentire alla città di Faenza di poter reagire, aiutare i cittadini, le imprese e le strade duramente colpite dalle inondazioni.

Da circa 7 mesi Danilo si è trasferito a Brunssum, un comune olandese di 29 mila abitanti situato nella provincia del Limburgo, dove vi lavorerà per 3 anni.

Quando aveva messo in programma la famosa 100 km si trovava davanti a una bella scommessa.

“Qui non ci sono salite dove potersi allenare, non ci sono pendenze che possano simulare le strade che da Borgo San Lorenzo salgono al Passo della Colla”.

Le strade di Brunssum sono diritte e piatte, in una comunità dove il senso civico è spiccato e rispettato da tutti. Piste ciclabili, pulizia e ordine sono il biglietto da visita di un’intera nazione. Danilo con sé ha la figlia Serena che sta completando il liceo in una scuola pubblica ed è diventata la sua pacer ideale nelle lunghe corse tra le provincie del paese che li ospita.

“Abbiamo corso il lavoro più lungo insieme, lei davanti in bici io dietro a una media di 5’05 per 65 km, è stato bello per tutti e due, in particolare per me, necessario direi per superare la monotonia di una distanza per me insolita.”

Danilo, con il suo allenatore Max Monteforte, hanno cambiato del tutto il piano di allenamento che avrebbero pianificato se fossero stati in condizioni ideali, così le salite tanto attese Max gliele ha fatte replicare sul tapis roulant. ”

Sessioni di corsa indoor con pendenze del tappeto variabili del 5/6%.

Danilo è uno come noi, gli piace sentire il vento sulla faccia e le condizioni meteo che variano con le stagioni e correre stando fermi è solo una necessità imposta dal tipo di gara.

Le sue sessioni di allenamento le ha sempre fatte all’alba. Per ragioni di lavoro non ha altri momenti della giornata e così che da dicembre a marzo uscire anche a -10 tra le strade buie di Brosson non è stato facile.

Con queste condizioni è praticamente impossibile pensare di fare ripetute sotto i 4′ a km, sei goffo, impacciato per gli strati di abbigliamento che devi mettere per non sentire freddo. Da qui è nata l’idea di sfruttare i ritmi più lenti in vista di una piano di lavoro quantitativo che lo avrebbe portato a correre per 100 km.

Detto fatto e così ecco le andature più tranquille, le decine di km quotidiane e il pensiero di andare tranquillamente oltre le colonne d’ercole della distanza regina.

Ma di necessità fai virtù, e Danilo rappresenta chi in tanti anni di missioni all’estero ha  corso anche intorno ad un caseggiato di una base militare e cercando il passo giusto per non sbagliare una ripetuta.

Ottimizzi tempo e spazio per ritrovare te stesso anche in mezzo al nulla. Perché, come amiamo dire: la corsa sa essere una fuga, qualsiasi sia la condizione in cui la pratichi ti aiuta, ti sostiene, alimenta un canale emotivo unico e riesce a farti sentire a casa ovunque ti trovi.

Ad ascoltare la storia di Danilo Bianchi tornano alla mente tutte quelle occasioni nelle quali ci creiamo mille scuse per non scendere a correre al parco in pausa pranzo.

Il confronto è con chi, lavorando in zone rischiose del mondo, o per un periodo lontano dalle abitudini di casa, non ha neanche un chilometro per poter fare una ripetuta.

Allora godiamocelo il prossimo allenamento al campo con gli amici consapevoli che la corsa, in ogni condizione ci fa sentire come a casa.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso