Corsa e famiglia

Ieri pensavo alla corsa e alla famiglia, cioè a quel nucleo di conoscenti che – al di là dei rapporti di familiarità in senso giuridico proprio – costituiscono quel variegato mondo che ci circonda.

Inevitabile una assonanza con quelli che vivono la vita “un quarto di miglio alla volta”, ossia la Famiglia di Fast and Furious.

Beh, a voler essere corretti, prima di Vin Diesel-Dom Toretto c’era la “Famiglia” dei Corleone che, seppur non correvano, non si facevano di certo parlare dietro: “Senatore – afferma risoluto Michael Corleone – siamo due facce della stessa ipocrisia, ma non le permetto di tirare in ballo la mia famiglia”. Segue bagno di sangue.

Senza la “famiglia” la trama non si sarebbe sviluppata: Brian lascia scappare Dom – alla fine della prima puntata – e tanti saluti. Il primo, cacciato dall’FBI, diventa un disoccupato (senza neppure il reddito di cittadinanza) e Dom un latitante costretto a farsi crescere i capelli, lasciando da parte tanto le auto che rombano quanto il reggaeton.

Quando pensiamo alla famiglia siamo, naturaliter, indotti a pensare a quella “naturale” sulla quale non abbiamo potuto decidere gran che: ci siamo ritrovati in questa e basta. Non senza contraccolpi: il citato Michael, aveva come consigliori Tom Hagen (un trovatello), mentre ha dovuto far fuori un fratello ben poco avveduto.

La famiglia è qualcosa di più dei legami di sangue. È costituita anche da persone che, per un modo o nell’altro, si trovano avvinti da un legame, e finiscono per essere qualcosa di più l’uno per l’altro. L’antitesi dell’individualismo, con la chiara esplicitazione che nessuno può “bastare a sé stesso”. Forse si può anche vivere isolati ma, di certo, si vive peggio senza un “confronto” con l’esterno. Credo che i termini giusti da rimarcare siano “solidarietà” e “comprensione” reciproca.

“Comprensione” intesa nel senso che gli amici “veri” – anche se di carattere antitetico al nostro – ci “capiscono” e, anche quando esprimono giudizi, lo fanno con l’occhio benevolo del confessore e non con quello dell’inquisitore. La “solidarietà” è, per l’appunto, quel sentimento di fratellanza che rende disponibile quell’aiuto morale e materiale nel momento in cui ne abbiamo bisogno.

Fortunato è l’uomo che ha “veri” amici poiché – dice il saggio – valgono davvero un tesoro.

La famiglia, nel senso anzidetto, è sviluppata in molti contesti. Tra questi quello sportivo, laddove abbiamo trovato persone straordinarie, per questioni che esulano dalle prestazioni, ed alle quali rinnoviamo, costantemente, quell’affetto e della solidarietà, frutto di una “consonanza” che nasce quando nasce. Non c’è una reale volontà di ciò, quando una mera presa d’atto.

Anche i podisti vivono “10K alla volta”, ma non da soli. Per fortuna.

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.