Corsa artificiale, ed anche intelligente?

Professionalmente mi occupo (anche) di nuove tecnologie una delle quali, neanche a dirlo, è il tema più inflazionato del momento: l’intelligenza artificiale (IA). Prima di proseguire, appare sensato fornirvi qualche minimale punto di riferimento teorico, altrimenti tutto apparirebbe – è il caso di dire – se non artificiale, quantomeno artificioso.

Mi scuserete se salto a pié pari tutte le implicazioni sulla presunta intelligenza di un manufatto, questione che, da quando Alan Turing, per diletto, concepì il suo famoso “test”, è divenuto uno dei maggiori malintesi della scienza contemporanea. Come fare a rendere “intelligente” un computer?

Delle quattro soluzioni che, storicamente, si sono susseguite, per brevità, mi concentro solo sulla più recente. Abbandonate le derive pedagogiche (quelle, cioè, che puntavano ad insegnare ad un computer a “ragionare”, “spiegandogli” ogni cosa), la soluzione più battuta attualmente è quella dell’autoapprendimento.

Il computer viene dotato di una serie di algoritmi che gli consentono – una volta “guidato” all’inizio – di imparare da sé. Anche in questo caso non si deve immaginare che possa davvero “comprendere” ciò che “apprende” ma, unicamente, che “associa” degli oggetti, degli schemi ed altre variabili, sulla base della dinamica dell’algoritmo. Farà, al meglio, ciò che prevede il programma che, per quanto sofisticato sia, resta pur sempre un elenco di “istruzioni” che vengono gestite attraverso una sintesi d’ordine statistico.  Non è esattamente così, ma per semplicità faremo finta che lo sia.

Vediamo ora le potenzialità applicate nel nostro mondo (podistico).

podismo

Già sono operativi sistemi di IA in chiave “coach”, cioè strutturati per “organizzarci” il nostro allenamento e la nostra corsa. Chiaramente, nulla di trascendentale, essendo una versione tecnologicamente “aggiornata” di quelli che i nostri padri tutelari facevano attraverso il calcolo associato ad un foglio Excel, se non vogliamo proprio risalire a Lotus 1-2-3.

Le faccende diventeranno sempre più sofisticate, allorquando il sistema di IA “dedicato” al running, dopo aver appreso tutto quello che c’è da sapere (pescando a strascico dal web), collegherà indicatori “attuali” con le nostre caratteristiche biometriche per fornirci le informazioni relative proprio a noi e non ad una media statistica di podisti (nella quale siamo per forza inquadrati).

Conoscerà il mio peso, la mia altezza, quanto (come e dove) mi sono allenato, le scarpe che indosso, cosa ho mangiato, le mie analisi del sangue, i farmaci che assumo … a questi dati aggiungerà, per esempio, caratteristiche del luogo della corsa, ambiente, umidità, etc. Tutto ciò per fornire delle “istruzioni” molto accurate su quello che, ad ogni passo, sia più funzionale fare (o non fare).

Come arriveranno queste indicazioni? Nell’ipotesi più semplice, via satellite, direttamente ai nostri auricolari, tra una frase di stimolo ed un pezzo di musica “consono” con il momento (e con i nostri gusti). Si potranno anche avere soluzioni più sofisticate, come un neura-musk-link che provvede – con o senza il nostro assenso – ad inviare i messaggi agli organi interni, somministrando – se del caso – le soluzioni “farmacologiche” più opportune (restando, si spera, nell’ambito del lecito).

Questo lo scenario che si prospetta una mente pessimista. Il pessimismo, peraltro, non deriva – come si può credere – dalla “precisione” di un sistema del genere, ma dalla sua fallacia. Si diceva, che un sistema di IA “prende” sul web quanto “crede” sia “utile” al suo programma. Le espressioni usate avrebbero un senso se si parlasse di un essere umano ma con una IA (che non è per nulla intelligente) l’algoritmo effettuerà delle ponderazioni d’ordine statistico. E qui sorgono i problemi. Tranne qualche elemento sui quali possiamo essere tutti d’accordo, su molti aspetti della corsa ogni testa ha i suoi piedi e la sua “versione” di cosa “intenda” per “podismo”. Che media statistica ne esce fuori?

Immaginate, nella sopra citata pesca a strascico, la valenza dei pezzi pubblicati su questo sito (e sugli altri del genere), in cui il serio, il faceto, il vero ed il verosimile ad una lettura “automatica” non è che si distinguano proprio di primo acchito. Ai post-runner l’atroce sentenza.

Il principale problema dell’attuale momento storico non è costituito dalla minaccia dell’intelligenza artificiale che incombe su di noi, bensì della deficienza naturale che è ancora largamente diffusa.

[Colonna sonora: The Kraftwerk, The Robots (Das Rennen Max Steel Remix); Vandal Moon, Robot Lover (FM Attack Remix); Ortrotasce, Sight Unseen (The Max Steel IA Remix); House Of Harm, Valentine; Sexy Suicide, Diary of Moon (The Max Steel Soft Death Mix); Gentle Touch, The View (Raw Remix); Sine City, In The Night I Call Your Name; Twin Tribes, Still In Still; Las Eras, La Esclava (The Last Remake); Perverse State, Haunted; FM Attack, Images Of You]

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.