Dopo oltre due anni siamo tornati a teatro, la gioia di rivedere una sala colma di spettatori la dobbiamo a Roberto Di Sante il quale è riuscito in un altro dei suoi trionfi narrativi.
Ieri, al Teatro Basilica, un gioiello nel cuore di Roma a ridosso della Basilica di San Giovanni c’è stata la trasposizione di “Corri. Dall’inferno a Central Park”, il best seller scritto da Roberto Di Sante e sceneggiato da Sebastiano Gavasso e Giovanna Famulari, con la regia di Ferdinando Ceriano.
Sostengo da sempre che se tutti gli autori avessero la stessa forza di Roberto, in Italia si leggerebbe di più.
Ciò che ha fatto con il suo “Corri. dall’inferno a Central Park” non ha eguali nel panorama editoriale nazionale.
Mantenere alta l’attenzione su un titolo per ben 4 anni è il più bel record che potesse raggiungere e non c’è maratona che tenga.
Lo spettacolo ha toccato le corde dell’anima, è arrivato a chi ha sofferto per un male che come ha Aldo Amedei, il personaggio del libro, “un tempo li avrei definiti dei rammolliti”.
Invece quel rammollito si è guardato dentro e ha combattuto la battaglia più penosa della sua vita e ha vinto.
Roberto Di Sante ha raccontato le gesta di chi senza preparazione e con inconsapevole follia ha speso anima e cuore sui 42 km di una maratona.
Ma soprattutto ha fatto tremare di vita le vene di un’intera generazione di sportivi e non solo.
Noi tutti ringraziamo l’autore perché in questi tempi incerti, dove corriamo sul filo di un orizzonte tra luci e ombre, ha avuto la forza di far leggere chi aveva smesso di sognare e cosa ancora più preziosa di rimetterci dentro un teatro con il cuore davanti a un attore bravissimo.
Tornare a teatro e assistere al monologo di Sebastiano Gavasso che recita la vita di Aldo Amedei è stato un po’ rinascere dopo due anni di vita a metà.
La musica e la voce sul palco dalla bravissima Giovanna Famulari, artista eclettica è stata la colonna sonora perfetta fino a farci sentire eroi anche solo per una notte.
Ascoltare Sebastiano è stato entrare nella vita di Roberto con ancora più forza del romanzo stesso. Ci ha fatto patire le pene del male oscuro e abbiamo superato con lui ogni fatica.
Abbiamo sudato pianto e sorriso insieme al personaggio che da villa Torlonia di Frascati ci ha portato sul Tavern on the Green di New York. Una corsa sulla scena che ha trasformato in podisti “sfegatati” i componenti del cast.
Tutto questo è niente di fronte a quello che mi hanno dato i runner e il resto dei lettori sparsi: la vera ricchezza, fatta dei loro nomi stampati nel cuore e della condivisione quotidiana di emozioni, cadute e rinascite. Roberto Di Sante
Grazie a Sebastiano per la magistrale interpretazione, a Giovanna per la capacità di adattamento e per quel teatro bellissimo in cui Roberto ci ha accolti come fosse un fratello maggiore.