Correre a Bologna dietro al vento sembrando una farfalla

L’idea di venire a Correre a Bologna e visitare la casa museo di Lucio Dalla è nata all’indomani dell’altra visita, fatta a Roma presso all’Ara Pacis, dove è ancora in corso la retrospettiva dedicata a Lucio dal titolo “Anche se il tempo passa”,  voluta a 10 anni dalla scomparsa dell’autore bolognese.

Sabato a Bologna è stato diverso. Ci siamo ritrovati in un museo costruito negli anni dal cantautore e rimasto esattamente come lo ha voluto lui.

Un invito intimo, riservato e pubblico nel contempo, in quella che lui aveva eletto a “Casa” tra le tante che aveva sparse tra Roma, Milo in Sicilia e sulle Isole Tremiti.

Abbiamo trascorso un pomeriggio nelle anime di un poeta indimenticabile, un artista poliedrico che dalla musica al cinema al teatro ha espresso il meglio di sé, innovando il dialogo con un pubblico sempre nuovo. Esclusivo ma vicino alla gente, per la gente che ha cantato mille mondi sempre diversi.

Il lato della casa di Lucio Dalla che affaccia su Piazza de Celestini

Come altri della mia generazione ho vissuto gli anni ’80, i più virtuosi di Lucio, crescendo tra sacchi di sabbia alla finestra, Angeli sopra a mondi divisi e bevendo a una fontana che non ero io. Ovviamente da runner impenitente mi sarebbe sempre piaciuto correre dietro al vento, sembrando una farfalla.

Viale Antonio Andini, pulito, ordinato, silenzioso almeno all’alba

Così, domenica mattina, sono andato alla scoperta di una Bologna insolita, almeno per me, e l’ho fatto correndo. Lo diciamo da sempre che correre per conoscere una città è uno dei modi più belli per ascoltare suoni e vedere angoli che altrimenti non incontreresti mai.

Il giro di Bologna è partito dai viali, rinnovati con la ciclabile al centro, passando per le porte, sopra a tutte Porta Saragozza, ma senza salire a San Luca con il portico più lungo d’Europa.

Volevo vedere le piazze vuote, silenziose e accoglienti nel contempo. Due giorni a Bologna abbiamo visto tanta arte, mangiato bene e respirato un’atmosfera comoda e conciliante come un vecchio amico.

Piazza Santo Stefano detta anche Piazza delle Sette Chiese. È uno dei caratteristici scorci del centro storico di Bologna. Provenendo dalle Due Torri il fronte opposto della piazza è chiuso dal complesso della Basilica di Santo Stefano, o delle Sette Chiese.

Bologna è la città al centro del mondo da sempre, crocevia di generazioni di studenti e idee che hanno fatto il paese, vicina a tutto e pronta ad allungare la sua fame di cultura oltre ogni distanza.

A Bologna non devono mancare mai, la buona tavola, un bicchiere di San Giovese e degli amici speciali con cui condividere anche l’aria che respiri.

Un’Università sempre aperta ai cambiamenti, anche di domenica mattina. I vicoli del centro all’ombra delle torri, quello che oggi è inutilmente rinominato il quadrilatero (non si sa bene di cosa), strade strette che hanno una loro definizione nella storia, nella cultura dell’accoglienza ed abitazioni che sono occhi aperti sulle vite di chi passa e non il contrario.

Correre sbucando su piazze e viali austeri ma dal volto umano che sono state centro di confronto sociale e culturale, chilometri di vivacità urbana invidiata ed emulata da un intero paese.

Piazza Maggiore è la piazza principale di Bologna, misurante 115 metri in lunghezza e 60 metri in larghezza e circondata dai più importanti edifici della città medievale. La foto l’ho scattata io e c’ero solo io per buona pace del sottoscritto

Lucio Dalla non poteva che nascere da questo fermento, affacciato su un piazza così grande da essere il suo mondo, anche vista da una panchina sotto casa di sua mamma.

La panchina di Lucio Dalla è stata posizionata a Piazza Cavour, quella Piazza cantata da Lucio Dalla, nella famosa canzone “Piazza Grande”. Una piazza ben conosciuta dai bolognesi, l’unica piazza cittadina con un giardino con fontana nel centro. Lucio è raffigurato nell’intento di guardare il palazzo dove è cresciuto cn sua madre e da cui guardava la piazza antistante che per un bambino era davvero PIAZZA GRANDE.

Grazie Lucio per essere stato un perfetto padrone di casa e per proteggere la tua dimora, ancora oggi, da foto, post, storie e inutili tik tok.

Grazie ai bolognesi perché ci avete fatto capire che non basta avere l’arte e la bellezza sotto casa per essere un cittadino modello, ma te lo devi meritare nella crescita dentro le vie di un tessuto sociale, generoso e coinvolgente, proprio come un buon compagno di corsa.

Via Zamboni è una strada storica del centro di Bologna, compresa nel quartiere Santo Stefano, che va dalle due Torri fino a Porta San Donato ed è lunga circa un chilometro. La via è conosciuta per essere l’arteria principale della zona universitaria; attorno ad essa si dispiegano infatti numerosi edifici dell’Università di Bologna ospitanti biblioteche, dipartimenti e altri servizi, oltre a Palazzo Poggi, sede del rettorato. – La cosa più bella che c’è a Bologna sono i portici, che proteggono dal freddo, dalla pioggia e sono sempre utili agli incontri e a far uscire fuori ciò che nasce dentro le case.
Via Castiglione è una strada di Bologna che collega le Due Torri a Porta Castiglione e, più a sud, ai colli.
Porta Saragozza è una delle porte della terza cinta muraria della città di Bologna. Per molti anni fu considerata un varco secondario e solo a partire dal 1674, quando venne costruito il lunghissimo portico che dalla porta conduce fino al Santuario della Madonna di San Luca, Porta Saragozza acquisì particolare rilievo, utilizzata come punto di partenza per le processioni verso il santuario. Ringrazio i tanti amici runner che mi avevano detto di correre lungo i 5 km di strada in salita che portano a San Luca ma magari la prossima volta è!
I giardini Margherita con i suoi circa 26 ettari sono il principale parco pubblico di Bologna.
Sono evidenti i legami con il giardino all’inglese o romantico, di cui il progetto Sambuy costituì un tardo esempio. Il progettista decise di dare un forte impatto visivo, molto suggestivo, e ancor oggi inalterato nelle sue linee essenziali, ottenuto attraverso armonie o contrasti delle piante in cui predominano le specie caducifoglie e autoctone. Vi si riconoscono tigli, querce, tassi, cedri, importanti esemplari di platani, pini, ippocastani, magnolie disposti in gruppi che si aprono su ampi spazi all’interno di un tracciato costituito da viali principali e secondari di notevole suggestione. Ovviamente ci sono anche molti runner, me compreso che ho fatto la foto, parlato con altri runner di ciò che più ci piace che è la vita del runner. 
Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso