Christian Calabrese la corsa, le corsie e tutto quello che ho imparato.

Mi chiamo Christian ho 46 anni sono sposato, ho una figlia 15enne e sono un infermiere di rianimazione da circa 24 anni.

Ho sempre praticato sport agonistico, ma ho iniziato ad appassionarmi alla corsa e a completare la mia prima maratona a Verona nel 2015.

Da quel momento ho corso 16 maratone, 8 ultramaratone e svariate mezze e trail, purtroppo questi numeri non mi fanno giustizia perche’ a causa del mio lavoro ho pochi weekend liberi e poco tempo a disposizione per cui durante la settimana scelgo un giorno e faccio un lungo dai 50km in su.

La corsa mi ha dato molto e sostenuto nei momenti bui della mia vita, credo valga un po’ per tutti mi è capitato spesso di vedere persone che tramite la corsa hanno ritrovato e acquisito una marcia in più per affrontare le difficoltà che spesso la vita ci mette di fronte.

Nel novembre 2016 mi iscrissi alla maratona di NY 2017 ma  qualche mese dopo scoprii, per caso e per fortuna in largo anticipo, di avere un brutto male e a Gennaio del 2017 venni operato.

Christian e Lorenzo lungo i 100km della Via del Sale

I mesi precedenti all’intervento furono psicologicamente devastanti, ma correvo, correvo ogni giorno e ogni giorno recuperavo coraggio e sicurezza in me stesso.. perché in fondo bisogna crederci che andrà tutto bene no?

Non ho mai mollato e a novembre ero proprio li’ dove avevo immaginato e sperato fino all’ultimo di essere a Staten island sulla linea di partenza della mia NYC marathon. La corsi tutta godendo di ogni singolo passo ogni singolo minuto, mi sentivo vivo ero grato, felice ed emozionato.

Amo la corsa e quello mi ha dato in questi anni, amo la mia capacita’ a non mollare mai e andare sempre oltre ogni avversita’ ed e’ con questo spirito che affronto ogni gara e soprattutto ogni ultra.

Quest’ anno avrei dovuto partecipare alla Ultra Milano Sanremo  ed invece dopo mesi di sacrifici di preparazione mi sono ritrovato ad affrontare la pandemia da COVID 19 in corsia a correre per 12 ore tra turni devastanti sia psicologicamente che fisicamente..ed è stata veramente dura ve lo assicuro!

L’idea del sogno di correre la UMS è rimasta e ho cercato di progettare e realizzare qualcosa che avevo nel cassetto da tempo e cioè correre 100km facendo i due passi : quello del Penice e del Brallo nell’Oltrepò Pavese e quello di fare il percorso della Via del Sale che da Varzi porta a Camogli in giornata.

Grazie al supporto del mio gruppo l’Alzaia Naviglio runners Milano ed in particolare del mio presidente e amico Lorenzo che mi ha seguito in entrambe le corse, sono riuscito nell’intento di realizzare i due progetti.

 

A maggio siamo partiti da Voghera e abbiamo corso per 100 km attraversando i due passi e a luglio abbiamo completato la via del sale per 90km con 3100 d+ in 16 ore partendo da Varzi nella notte e attraversando gli appennini siamo giunti a Camogli.

Questi due progetti sono nati durante il lockdown e stavano fissi nella mia mente anche quando indossavo la famosa tuta protettiva e curavo i pazienti covid in  rianimazione. Avevo impressi i loro volti e la voglia di aggrapparsi alla speranza e a quella flebile luce che fino all’ultimo non ti abbandona.

Era una promessa..

Sempre e ancora la corsa in momenti così drammatici mi ha sostenuto moralmente evitando di crollare come spesso accadeva tra noi colleghi.

Vorrei che chi leggesse il mio racconto ne traesse spunto per non abbattersi mai nella vita e non mollare mai i propri progetti, i propri sogni che in qualche modo ci aiutano a sentirci vivi.

Mi chiamo Christian amo correre e sono una persona comune.

La mia storia? potrebbe essere la storia di chiunque, quello che ho imparato è che bisogna sempre lottare per avere una vita straordinaria e se lei ti offre una seconda possibilità di viverla, viverla fino in fondo, fino all’ultimo respiro se necessario.

Di amare la vita perché la tua seconda possibilità ha un nome ed è Domani.

 

 

I due amici allarrivo della Via del Sale