Ogni tanto si registra qualche notizia che vale proprio la pena di rimarcare. Il sindaco di Valdobbiadene (zona notoriamente vocata al prosecco) è assurto agli onori della cronaca non tanto per la sua capacità di amministratore (e quando mai?) ma perché, dopo aver raggiunto il notabile peso di 140 kg, ha pensato che non fosse il caso di comprare una stadera per pesarsi, ma di assumere qualche provvedimento costruttivo.
Sia chiaro, al di là del body scemi (scemi che si fanno i fatti del peso altrui), non c’è nulla di contestabile alla ciccia, tranne il fatto che ti porta al camposanto prima del tempo.
E non c’è nessun Cristo su questa terra in grado di confutare questo dato di fatto (e medico), senza passare per un conclamato imbecille. Pur rispettando la libertà altrui di raggiungere il creatore col mezzo che più gli aggrada, la libertà di espressione non deve arrivare al punto in cui qualsivoglia opinione vale come qualsiasi altra. Insomma, Beppe perdonami: 1 non vale 1, e se dico una sciocchezza, questa non ha lo stesso peso di chi dice la cosa corretta.
Detto ciò, per amore di fat-checking, vediamo cosa ha pensato di fare il primo cittadino, dopo aver constatato che non riesce più ad intravedere la sua virilità, di cui ricorda le fattezze grazie alle rimembranze di quanto era un gagliardo trentenne. Si è messo a camminare. Si spara un’ora e mezza di camminata serale nel cuore delle colline trevigiane. Dato che è, indubbiamente, intelligente, ha trasformato questa “tortura” in una situazione positiva. Potenza del marketing, o di un accorto ufficio stampa. Ha fatto sapere che, se si vuole parlare col sindaco, c’è una occasione in più: basta seguirlo per la sua camminata. Un colpo di genio.
Soltanto che il nostro brillante sindaco non sa ancora che, per invertire la tendenza, camminare è solo il primo passo. Scoprirà che le calorie consumate sono troppo poche per sortire un effetto “reale” se non aggiunge alcuni elementi.
Il primo è ridurre drasticamente l’alimentazione (non vorremmo che le 500 calorie che consuma se le recuperi, al volo, con un paio di prosecchini). Dopodiché, deve iniziare, piano piano, a correre (beh, corricchiare), scoprendo – come vi racconterò in altra occasione – che si consumano molte meno calorie di quanto si creda, benché si sputino i polmoni. Per intenderci, una maratona (una maratona!) vale, vuoto per pieno, meno di 3800 calorie, quando un solo risottino carnaroli alla milanese, spazzolato in dieci minuti, supera le 430 calorie. Lascio perdere, per carità di patria, l’antipasto, il secondo, il contorno, il bicchiere di vino, etc.
Però, è un buon segno. Si è capito quanto l’esempio possa fare la differenza. Ora, ahilui!, dopo essersi messo nell’occhio del ciclone mediatico è fregato. Indietro non può tornare e, quindi, gli tocca – pure se non gli va – andare avanti e provare che si può essere (fisicamente) migliori. Ha scoperto che il podista va sempre avanti e mai indietro. E non solo nella corsa, ma anche nella vita.
In ballo non c’è solo la forma fisica (se tira le cuoia – detto tra noi – sono affari suoi e, forse, di qualche suo simpatizzante), quanto la “tenuta” anche nella sua veste di amministratore. Rocky Balboa, dopo aver steso Ivan Drago, declamava, non senza enfasi da guerra fredda: “Se io posso cambiare, e voi potete cambiare … tutto il mondo può cambiare …” (Rocky IV).
Alle corte, se un sindaco è in grado di mantenere il “punto” su una questione personale cosa potrà fare nelle faccende pubbliche? Luciano, ti giochi una carta più importante di quello che credi. Come al poker, secondo la variante hold ‘em: All in! Vinci o perdi, tertium non datur.
[Una nota dell’ultima ora: il sindaco di Rio de Janeiro, Eduardo Paes, se rieletto, promette “Più Ozempic per tutti”. Dieta (chimica) in cambio del voto. E’ decisamente meglio il nostro connazionale]