Venerdì scorso presso il Museo Maxxi di Roma c’è stata la terza edizione del Bikeconomy Forum, il più importante evento nazionale dedicato all’economia che ruota attorno alla bicicletta.
Il Forum quest’anno si è concentrato su esperienze italiane e internazionali per favorire stimoli e iniziative virtuose in uno dei segmenti più attivi e in crescita della moderna economia compatibile.
E fino a qui tutto bello no?
Sono arrivato al Maxxi in scooter, senza pensare che potevo farlo in bicicletta, sarebbe stato un segnale di sensibilità. Per parcheggiare in via Guido Reni era come se avessi avuto un Hammer, in fine l’ho buttato con altri scooter sulle strisce blu.
E fino a qui tutto male, almeno per me.
Gli incontri e le tavole rotonde che si sono tenute durante la giornata hanno voluto capire come sostenere i criteri di qualità e sicurezza per realizzare le ciclovie e comprendere perché conviene investire nella bicicletta.
A parlare c’era un signore olandese gentilissimo e disponibilissimo, se non altro perche è venuto a Roma senza batter ciglio. E’ partito da un paesino-paradiso tra tulipani e pedali. Lo hanno teletrasportato direttamente nella sala del Forum, bendato, evitando anche solo due passi in zona museo, Roma ha i suoi limiti lo sappiamo, meglio non rischiare.
Il signore olandese in un inglese chiarissimo ha parlato il giusto, mostrato slide giuste, presentato dati giusti e io in silenzio ascoltavo e con la mente ero presente, concentrato e certo che la sua visione di mobilità esiste ed è sostenibile, da qualche parte nel mondo.
Il signore olandese che poi si chiama Marcel van Lieshou ha una azienda che si chiama Move Mobility, e ha sviluppato un software in grado di pianificare la mobilità urbana ribaltando la visone di macro aree, riducendo il traffico per le distanze inferiori ai 7km, abbattendo la pressione veicolare.
Bello vero?…Bellissimo
Ma tra tutti i relatori chi mi ha colpito di più è stato Paolo Pileri del Politecnico di Milano, docente di Tecnica E Pianificazione Urbanistica.
Ideatore del progetto Vento, la dorsale cicloturistca più lunga d’Europa, con i suoi 679 km che legano Venezia a Torino lungo il fiume Po, forse il più forte esempio di Bikeconomy nel nostro paese.
Si tratta di una ciclovia per far pedalare chi già va in bicicletta ma soprattutto per far pedalare chi ancora non ci va. Alla base del progetto Vento c’è il concetto di lentezza, come il professore ha esposto con esperienza, “la parola lentezza porta con se un’altra parola che è LENTE. Se vado piano posso vedere tutto e meglio, i contorni e i colori”
E fino a qui tutto veramente bello.
In fine, convinto e motivato esco dal Bikeconomy Forum e affronto Roma con lo spirito cosmopolita, l’animo sereno e con la voglia di cambiare atteggiamento. Ma non faccio in tempo ad accendere lo scooter che mi arriva un audio di Giulia che in 12 secondi netti mi racconta la mattinata in strada a seguito del corteo studentesco e che mi aspetta a ponte Sublicio a Portaportese e mi chiede se poi pranziamo in centro e visto che ci siamo facciamo anche un po’ di shopping. (12 secondi)
Bello vero?…
Respira, respira, respira
Per chi non è di Roma, il lungo Tevere alle 12:00 di un venerdì di novembre con manifestazione in città, è un non luogo, una zona grigia del mondo dove si palesa la spietatezza umana.
Tutto quello che un Professore di Tecnica E Pianificazione Urbanistica non vede neppure dopo una notte insonne da indigestione da rigatoni alla pajata a Testaccio. Che un manager olandese cresciuto in un paesino-eden tra tulipani e mulini a vento non potrà fantasticare neanche dopo una serata con gli amici al Greenhouse di Amsterdam.
Insomma dopo aver respirato, rilassata la mente, riprogrammato il tragitto da fare che manco Google prevedeva, mi butto nella mischia, resetto tutto quello che ho ascoltato al Bikeconomy Forum, riprendo a pensare da romano e in un tempo che Valentino Rossi se sogna, arrivo da Giulia che ingenuamente mi fa, “papi abbiamo urlato contro Salvini, risposto al suo profilo facebook, trollato quello di tweeter e replicato alle sue dirette social.”
Vabbè ma che siete venuti a fare allora in strada?
“Che c’entra, un motivo per manifestare a Roma c’è sempre”
Respira, respira, respira