Un anno fa, quando feci la mia prima Mezza Maratona, proprio ad Ostia, mi hai detto “sei un pazzo, 21km io non li farò mai”. Non fa per me, mi hai detto. Sì, perché tu sei sempre stato quello da pochi chilometri, ma ben spinti nello sport. Allenamenti intensi, corsa solo per riscaldarti. Poi palla al piede e gioco di squadra.
Succede però da sempre, da quando siamo piccoli, che un po’ per sfida, un po’ per gioco, e un po’ perché – conoscendoti – so che ti metti in gioco anche tu quando c’è modo, hai iniziato a correre, ma non per scaldarti. Tratti non troppo lunghi, 5, 8 e poi 10km, ma con più frequenza. Una domenica, dopo un allenamento mi hai scritto una cosa tipo: “Ecco, 10/12km è una distanza che si può fare, ma non di più”.
Eppure personalmente ho imparato in questi mesi che la corsa è molto simile al resto della vita, devi avere pazienza, devi avere continuità e passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, la voglia di andare lontano, sempre più lontano, esce fuori, perché ti piace, e perché ti fa sentire bene.
Io penso di conoscerti, anche se ogni volta riesci a stupirmi: siamo fratelli, amici, soci da sempre. Che tu non fossi in grado di fare 21km non ci ho mai creduto, che non ne avessi voglia nemmeno, ma soprattutto che a te non venisse lo stimolo di sfidarti, anche su questo, beh, non ci ho mai creduto.
Il pomeriggio prima della corsa Marco mi ha chiamato e mi ha chiesto come ti vedevo e se ti sentivi pronto. Gli ho detto “Mirko parte, non è uno che molla, come in tutto, sarà costante malgrado tutto, anche se non si è preparato del tutto e arriverà alla fine, senza fermarsi”. Quello discontinuo, che ha picchi alti bassi, sono io. Lui è lineare in tutto quello che fa, e se parte, arriva, sempre.
E ieri siamo partiti per la Roma Ostia, con un allenamento blando degli ultimi giorni, non troppa continuità per via del lavoro e degli impegni. Alla partenza mi hai detto “Dobbiamo stare tra 1h 50 e un 1h 58” e allora ho capito che non stavi provando solo a correre, ma ti eri dato un obiettivo. Ecco, questo è Mirko.
Ho corso, senza cuffie, senza eccedere nel passo e senza la necessità di provare a fare il mio miglior tempo. Volevo che fosse un giorno speciale, come lo è stato per me l’anno scorso. Una corsa ma con la possibilità di vivere tutte le sensazioni di ogni chilometro. Ho corso ascoltando il tuo respiro ed il tuo passo per 21km. Volevo guardati, sorridere all’incrocio degli sguardi e condividere con te anche i momenti difficili del percorso. Come facciamo in fondo da 39 anni a questa parte.
Non che ci manchino le occasioni negli ultimi anni per traguardare obiettivi insieme e affrontare difficoltà, ma oggi è stato diverso, ancora una volta.
Vedi, le soddisfazioni, arrivare ad un obiettivo, in forme diverse, arrivano nei momenti in cui ne hai bisogno ed in cui l’hai ricercato, con la testa e con la forza. Avevamo bisogno di forzare un cambiamento, e questo arrivo, sul mare, con il vento e quel sole uscito proprio a rendere bella questa esperienza, è la giusta fotografia per questo altro inizio. “Ho un fratello che spacca” ho strillato al traguardo.
Sei stato grandissimo, e abbiamo fatto 1h 54’. Come da piano.
Ma che bello correre e arrivare insieme.
Fabio Lalli