Anna Gamma: la Supereroina dell’Ironman

Uno dei racconti, a cui sono particolarmente affezionato tra quelli inseriti nel libro  – “Siamo tutti sulla stessa strada”  – si intitola “Anna gamma”.

È una storia ambientata a metà tra cielo, terra e mare, e mi piace ricordarla proprio in questo fine settimana in cui molti atleti italiani, amici e vicini di casa, alle ore 19.00 (ora italiana), con il mitico colpo di cannone, prenderanno il via per il mondiale di Ironman alle Hawaii, dalla baia di Kailua-Kona.

La storia di Anna, un’assistente di volo su aerei di linea, trae ispirazione da uno dei miei eroi d’infanzia: L’incredibile Hulk, incarnato dal personaggio lo scienziato David Bruce Banner.

Banner ipotizza che gli alti livelli di radiazioni gamma provenienti dalle macchie solari abbiano contribuito all’aumento della forza di alcuni soggetti da lui studiati. Impaziente di testare la sua teoria, Banner conduce un esperimento in laboratorio, bombardandosi con radiazioni gamma.

La storia la conoscete già, ma ciò che non sapete è come si adatta alla vita di un’assistente di volo che pratica triathlon a livelli semi-professionistici.

L’analisi conosciuta come “cosmica” consiste nell’esame delle urine e dell’epidermide per determinare l’esposizione eccessiva alle radiazioni ionizzanti presenti ad altitudini superiori ai dodicimila metri.

Queste radiazioni, originate da sorgenti stellari e galattiche, interagiscono con l’atmosfera terrestre, generando particelle secondarie, tra cui i raggi gamma, che sono particolarmente rilevanti per l’aviazione civile. Sebbene la Terra sia protetta dal suo campo elettromagnetico, questo devia le particelle verso i poli, dove la presenza di raggi gamma può superare di oltre novanta volte il valore di riferimento.

Pertanto, maggiore è l’altitudine e più ci si sposta a nord, maggiore è l’intensità della radiazione cosmica, rendendo gli assistenti di volo la categoria più esposta a tali emissioni.

Anna è una donna speciale. Prima di intraprendere il volo, non sapeva di cosa fosse capace con i suoi muscoli e con la sua mente. Il suo lavoro l’ha trasformata per sempre. Una ricarica energetica continua, a cui si è sottoposta regolarmente, ha interagito con il suo DNA, generando un’anomalia cromosomica che ha trasformato quell’energia in materia. I raggi gamma presenti nelle radiazioni cosmiche sono il suo “fattore gamma”, il suo doping galattico.

Così mi piace pensare a lei come a una supereroina dello sport, in grado di completare un Ironman come nessun altro ha mai fatto prima. E se un giorno vedrete una donna allacciare il casco, girare il pettorale, salire in sella e, come una locomotiva, iniziare a far girare le gambe, saprete chi avrete davanti.

L’adrenalina supera ormai ogni limite e, davanti alla prima salita, l’interruttore si accende. Il corpo si trasforma in un bolide che raggiunge una velocità media di 43 km/h. Ogni boccata di ossigeno è come una soffiata sul fuoco che la spinge verso la cima del mondo, al comando della gara; le avversarie americane sono ormai due piccoli puntini lontani dietro di lei. Il traguardo è a cento metri e il cronometro segna un tempo incredibile, al di là di ogni aspettativa: 2h35’ per un totale di sette ore e due minuti, un risultato inverosimile per qualsiasi mente umana. Ha completato la gara più dura di tutte, ma non per Anna, che ha una visione infinita delle cose che solo lei sa di avere.

siamo tutti sulla stessa strada
Siamo tutti sulla stessa strada
Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso